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Lunedì 17 giugno comincia ufficialmente l’Europeo della Francia, una delle favorite alla vittoria finale. L’ultima uscita amichevole prima dell’inizio del torneo (0-0 contro il Canada) ha lasciato perplessi.
Ancora una volta infatti a formazione transalpina dà l’idea di essere più un insieme di (enorme) talento che una vera e propria squadra. A suscitare interesse sono soprattutto le scelte che Didier Deschamps andrà a compiere per quanto riguarda la composizione del fronte offensivo.
Una delle ipotesi a disposizione dell’ex allenatore di Monaco e Juventus è infatti quella che vedrebbe Kylian Mbappé partire da posizione centrale (zona di campo nella quale è stato spostato anche da Luis Enrique durante gli ultimi mesi dell’esperienza vissuta dal no.7 al Psg) col supporto di tre compagni e con due mediani (N’Golo Kanté e Eduardo Camavinga contro il Canada) a coprire le spalle al reparto d’attacco.
All’interno di questo contesto sono due le situazioni da verificare. La prima riguarda l’impiego di Marcus Thuram da esterno sinistro. La seconda invece è la posizione più alta di Antoine Griezmann.
Per quanto riguarda Thuram, il giocatore ha vissuto una grande stagione con l’Inter venendo impiegato da attaccante centrale, in coppia con Lautaro Martínez. Proprio al suo arrivo in nerazzurro, la scorsa estate, erano state avanzate delle perplessità in merito a questo riposizionamento dato che Thuram, al Borussia Mönchengladbach, giostrava proprio da attaccante esterno.
La mossa di Deschamps garantirebbe più libertà a Mbappé, sgravandolo al contempo di compiti eccessivi in fase difensiva. Non è comunque da escludere che, alla fine, il nuovo attaccante del Real Madrid ritrovi la sua amata zona sinistra dell’attacco, con Thuram collocato centralmente da No.9.
Venendo invece a Griezmann, il giocatore dell'Atlético Madrid è ormai a tutti gli effetti un centrocampista, ruolo che ha occupato durante i Mondiali 2022. Nelle ultime uscite però Deschamps ha chiesto al ragazzo di muoversi più in avanti, con la conseguenza di perdere le sue qualità in fase di sviluppo. Resta dunque da capire se il trentatreenne di Mâcon è destinato a ricollocarsi in zone più avanzate di campo o se, invece, con l’inizio del torneo continentale Deschamps, deciderà di riportarlo nel vivo della manovra, con una collocazione ibrida in un più definito 4-3-3.
C’è poi la questione della fascia destra. Il prescelto per una maglia da titolare è Ousmane Dembélé. Ma les Bleus hanno a disposizione anche Bradley Barcola, uno dei migliori assist man della Ligue 1. A Lione Barcola ha già occupato quella zona, mentre al Psg Luis Enrique lo ha impiegato soprattutto a sinistra.
In teoria quindi Deschamps potrebbe schierare il tridente offensivo del Psg di quest’anno (Dembélé, Mbappé e Barcola) con Griezmann alle loro spalle. Un quartetto offensivo formidabile. In questo caso però bisognerebbe poi valutare la capacità dei compagni di supportare questi quattro senza perdere equilibrio, specialmente in transizione.
Dov’è Trent?
Una delle soluzioni tattiche più interessanti da osservare nel campionato europeo è sicuramente quella proposta dall’Inghilterra nella figura di Trent Alexander-Arnold. Nel 4-2-3-1/4-3-3 di base con cui i Tre Leoni si schierano in campo (che sviluppa poi in un classico 3-2-5 posizionale) l’esterno del Liverpool va ad occupare già in partenza una posizione da centrocampista, secondo mediano o mezzala che sia.
In questo senso quindi TAA non svolge la tradizionale funzione di falso terzino, cioè di esterno basso che, in possesso, diventa interno di metà campo (come visto tanto volte nel Liverpool) ma piuttosto quella di un vero e proprio centrocampista centrale.
Oltre a sfruttare le qualità in possesso del giocatore, questa posizione consente a Gareth Southgate di avere un elemento veloce per poter aggredire in avanti a palla persa e per difendere sulle transizioni avversarie. Con Alexander-Arnold in mezzo, la posizione di terzino destro viene occupata da Kyle Walker.
I maggiori problemi a livello di esterni di difesa Southgate li ha sul lato opposto. A sinistra infatti non c’è un padrone dichiarato della fascia. In corsa ci sono tre terzini tutti di piede destro, vale a dire Kieran Trippier, Ezri Konsa e Joe Gomez. In realtà ci sarebbe anche Luke Shaw ma il calciatore del Manchester United è reduce da un infortunio e non sembra in grado di poter assicurare una titolarità continuata nel ruolo.
Le altre tre soluzioni presentano delle criticità: Trippier è un terzino destro, Konsa ha fatto benissimo in stagione con l’Aston Villa ma da centrale, Gomez è un altro che si esprime al meglio in mezzo alla linea arretrata ed un giocatore più difensivo degli altri due.
In attesa di Shaw quindi Southgate dovrà sperare che uno fra Trippier e Konsa riesca ad assicurare spinta sul lato sinistro. L’alternativa sarebbe quella di cambiare le rotazioni offensive, tenendo bloccato il terzino sinistro in costruzione per spingere con Walker a destra.
Così facendo però bisognerebbe chiedere a Bukayo Saka di venire a giocare dentro il campo oppure spostarlo a sinistra per inserire Phil Foden sul lato destro.
Runjaić
L’Udinese ha trovato un nuovo allenatore, dopo la separazione con Fabio Cannavaro. La scelta dei Pozzo è caduta sul Kosta Runjaić. Il cinquantatreenne tedesco (ma nato a Vienna) viene da cinque stagioni trascorse allenando nella Ekstraklasa, la massima divisione polacca, dove si è diviso fra il Pogoń Stettino (tre campionati) e il Legia Varsavia (gli ultimi due).
Dal punto di vista tattico Runjaić ha iniziato la sua avventura polacca al Pogoń giocando con un 4-3-3/4-1-4-1 come sistema base. Anche al Legia il tedesco era partito con la difesa a quattro, salvo poi ripiegare sul 3-5-2 prima e sul 3-4-2-1 poi, con due trequartisti mobili alle spalle della punta centrale.
Come allenatore stiamo parlando di un tecnico che predilige un calcio offensivo, con le sue squadre che cercano di controllare la partita tramite un paziente possesso palla, in attesa del momento più opportuno per verticalizzare. Diversamente da altri allenatori di scuola tedesca, Runjaić non è ossessivo nella ricerca e nell’utilizzo del pressing in fase di non possesso. Contro avversari di caratura superiore, il nuovo allenatore dell’Udinese non disdegna di difendersi in modo prudente per cercare poi di ripartire in contropiede.
Runjaić si trova bene a lavorare con i giovani e questo può essere stato un fattore determinante nel convincere i Pozzo ad affidargli la squadra. Sotto la sua guida, al Legia sono esplosi Bartosz Slisz (centrocampista che sarà presente agli Europei con la Polonia), Paweł Wszołek e Ernest Muçi.
Prima del suo arrivo a Varsavia Runjaić non era considerato un tecnico vincente e questo soprattutto a causa del fatto che in Germania, alla guida del Kaiserslautern, si era visto sfuggire una promozione in Bundesliga nella parte finale della stagione. Tuttavia in Polonia ha fatto molto bene, specialmente con il Legia, portato alla vittoria nella la coppa nazionale contro il Raków, (2023) e ad una buona campagna in Conference League.
Quest’anno il Legia ha avuto qualche difficoltà nella seconda parte di stagione, anche a causa di una campagna invernale di trasferimenti tutt’altro che irreprensibile (con Muçi ceduto al Besiktas e Slisz agli Atlanta United). Così lo scorso aprile il club di Varsavia decideva di esonerare Runjaić. Decisione fortemente criticata perché il tedesco, arrivato fra lo scetticismo generale, si è invece imposto col lavoro come uno dei migliori tecnici stranieri ad aver mai lavorato nella Ekstraklasa.
Difficile immaginare cosa farà Runjaić in Italia. A Udine la speranza è che non si ripeta l’esperienza avuta con Julio Velázquez, allenatore spagnolo praticamente sconosciuto arrivato in Friuli nel 2018 e esonerato dopo poche giornate.
(si ringraziano Michał Trela e iGol per le informazioni)
Alle begin is moelijk (ogni inizio è difficile)
L’approccio dell’Olanda a questo Europeo tedesco non poteva essere più sfortunato. Nel giro di poche ore infatti gli Oranje hanno perso prima Frank de Jong e poi Teun Koopmeiners. Se è vero che la perdita dell’atalantino è sì grave ma superabile (trattandosi di un giocatore che in nazionale non si è mai espresso sui livelli raggiunti in Serie A con la maglia dell’Atalanta) un impatto ben maggiore lo avrà l’assenza di De Jong, faro del centrocampo olandese.
A questo punto Ronald Koeman deve ripensare tutto il suo reparto nevralgico. La nuova mediana arancione dovrebbe quindi essere affidata al milanista Tijjani Reijnders, all’ex bolognese Jerdy Schouten e a Joey Veerman, centrocampista del Psv Eindhoven.
Per quanto riguarda Schouten, la partenza come titolare sembrava scontata anche prima dell’infortunio di De Jong. La promozione nell’undici iniziale di Veerman va a ricostituire anche in nazionale la stessa coppia che lavora insieme nel centrocampo del Psv.
Tatticamente Koeman si è mosso sulla falsariga del suo predecessore, quel Louis Van Gaal che, nelle ultime stagioni, aveva stupito il mondo presentando una Olanda più reattiva e attenta alla fase difensiva. D’altronde questo passa il convento in questo momento storico e la decisione di Koeman di giocare un calcio equilibrato dipende proprio dal talento a disposizione attualmente (non paragonabile ai fasti anche solo di una ventina di anni fa).
Con l’ex difensore del Barcellona che oscilla fra 3-2-4-1 e 4-2-3-1 come sistemi di base, sarà interessante osservare che utilizzo verrà fatto di Reijnders. Il venticinquenne ex AZ Alkmaar al Milan quest’anno ha avuto una stagione travagliata, con Stefano Pioli che non gli ha trovato una collocazione definitiva in campo e con un contesto iper verticale come quello rossonero che ha finito per nascondere le proprietà di palleggio del giocatore.
Se Koeman decidesse di restare fedele ai sistemi di cui sopra, senza virare verso il tradizionale 4-3-3, le posizioni più consone per Reijnders (mezzala o anche play basso) verrebbero meno e il giocatore dovrebbe adattarsi ad agire da secondo mediano o sulla trequarti.
Fra le alternative disponibili nel reparto di mezzo va contato anche Ryan Gravenberch del Liverpool mentre la soluzione rappresentata da Georginio Wijnaldum avrebbe i crismi della disperazione.
Oltre l’Imperatore
Per sostituire il dimissionario Edin Terzić, reduce da una stagione negativa in Bundesliga (a fronte di una cavalcata europea che ha condotto fino alla finale di Champions) e ai ferri corti con parte dello spogliatoio, il Borussia Dortmund ha deciso di affidarsi a Nuri Şahin.
Ex centrocampista dei gialloneri, Şahin era già in forza al suo vecchio club essendo stato ingaggiato durante lo scorso dicembre per aiutare proprio Terzić. In particolare, l’ex centrocampista si è occupato di mettere a posto una fase difensiva traballante.
Per tornare al Westfalenstadion Şahin aveva lasciato l’Antalyaspor, club turco del quale era l’allenatore. Cresciuto a Ludenscheid, poco distante da Dortmund, Şahin non è dunque solo una bandiera del Borussia ma un tecnico che ha già lavorato dentro lo spogliatoio attuale. Non arriva quindi in un terreno sconosciuto e, inoltre, potrà contare sull’aiuto di Sven Bender, altro assistente allenatore che il BvB aveva deciso di affiancare a Terzić.
Per Şahin il salto dalla Süper Lig turca alla Bundesliga non sarà facile, ma rappresenterà comunque un interessante banco di prova per una scuola turca di tecnici che, negli ultimi anni, ha messo in evidenza alcuni profili interessanti.
In questo senso, il nome più gettonato fra quelli di ultima generazione è senza dubbio quello di Okan Buruk. In due anni alla guida del Galatasaray l’ex nazionale turco ha conquistato due titoli, mettendo in mostra buone cose anche a livello europeo.
Da tenere sotto osservazione anche Arda Turan. L’ex centrocampista dell’Atlético Madrid ha infatti portato alla promozione in massima divisione l’Eyüpspor Kulübü, altro club di Istanbul.
In ascesa anche le quotazioni di Çağdaş Atan del Başakşehir e di Volkan Demirel dell'Hatayspor, come sottolineato da Bruno Bottaro. Insomma, Fatih Terim potrebbe aver trovato degli eredi.