In queste ore stanno crescendo sempre di più le voci di una possibile separazione a fine stagione fra Massimiliano Allegri e la Juventus. Un divorzio che segnerebbe la fine del secondo matrimonio fra il tecnico livornese ed il club bianconero. Un matrimonio che, diversamente dal primo (durato dal 2014 al 2019) non ha prodotto risultati.
Il recente fracasso del Sánchez-Pizjuán, che ha sancito l’eliminazione della Juve dall’Europa League, ha invece certificato lo stato di una squadra che, nei due anni sotto la nuova gestione Allegri, non è migliorata e che, anzi, in alcuni uomini, sembra addirittura regredita.
Le dichiarazioni di Wojciech Szczęsny dopo Siviglia, sulle quali l’allenatore della Juventus ha cercato di mettere una pezza in modo raffazzonato, non hanno fatto altro che rafforzare l’idea di uno scollamento fra la squadra (o almeno una parte di essa) e la direzione tecnica.
L’incontro previsto fra Aurelio De Laurentiis e Cristiano Giuntoli, che dovrebbe liberare il direttore sportivo del Napoli in direzione Torino, sembra in questo senso un ulteriore segnale che molto cambierà l’anno prossimo in casa Juve. Appare infatti difficile immaginare che l’eventuale arrivo di Giuntoli non coincida con la possibilità per il nuovo direttore di scegliere liberamente un allenatore di proprio gradimento.
Ecco allora che è già partita, sui media e sui social, la ridda dei nomi degli eventuali sostituti di Allegri alla guida della Juventus per la stagione 2023/24. Prima di passare ad una analisi dei profili più interessanti e/o più probabili, è bene ricordare come la tifoseria juventina sia molto numerosa ed eterogenea.
È quindi verosimile che, al netto di quale sarà la scelta, qualsiasi nome susciterà nel tifo bianconero reazioni contrastanti. Ci sarà uno zoccolo duro di fedelissimi di Allegri che gestirà male il cambio e che sarà pronto ad alzare la voce qualora i risultati positivi non fossero immediati. All’opposto di questo gruppetto di cosiddetti restauratori siederanno (metaforicamente) i rivoluzionari, cioè coloro che non rimarranno soddisfatti dal nome scelto, accusando la società di una mancata radicalità che avrebbe invece dovuto condurre ad un cambiamento a trecentosessanta gradi rispetto a quanto visto fino ad oggi.
Nel mezzo saranno invece quelli che accetteranno il nuovo condottiero, in attesa di valutarne l’operato sul campo in termini di prestazioni e risultati. D’altra parte, in ogni grande movimento (come è quello dei numerosissimi tifosi juventini) si può identificare una destra, una sinistra e un centro. Quanto poi ai nomi effettivi dei probabili successori di Allegri, ognuno di essi potrà contare sul suo piccolo partito di sostenitori.
Un nome gettonato (e non solo in casa Juve) è quello di Luis Enrique, già visto all’opera in Italia con la Roma e reduce dalla fallimentare campagna mondiale con la Spagna in Qatar.
L’arrivo dell’asturiano significherebbe per la Juventus abbracciare il gioco di posizione, con una squadra fortemente orientata al possesso. In questo senso sarebbe da verificare l’adattabilità di giocatori come Gatti e Bremer in una difesa nella quale Lucho vuole che i centrali siano abili palleggiatori.
Con Luis Enrique invece potrebbero trovarsi perfettamente a loro agio sia Fagioli che Miretti. I due ragazzi avrebbero infatti la possibilità di trovare spazio e di giocare partite con tanti palloni a disposizione, potendo così entrare facilmente in ritmo. Un eventuale matrimonio fra Luis Enrique e la Juve sarebbe potenzialmente interessante anche per un elemento come Matías Soulé, che avrebbe la possibilità di recitare la parte dell’esterno offensivo a piede invertito, pronto a entrare dentro al campo in zona di rifinitura.
Un altro tecnico che significherebbe per il club torinese abbracciare il calcio posizionale è Thiago Motta. L’ex centrocampista della nazionale italiana sta facendo benissimo a Bologna, piazza dove il suo gioco palleggiato odora del calcio champagne di Gigi Maifredi (nome che non evoca bei ricordi ai tifosi della Juve ma che produsse grandi cose in Emilia) di fine anni Ottanta. Di un contesto tattico organizzato da Motta dovrebbe beneficiare (oltre ai giocatori già menzionati per Luis Enrique) anche Dušan Vlahović. L’attaccante serbo infatti non dovrebbe più essere chiamato soltanto ad un gioco spalle alla porta avversaria, ma avrebbe invece l’opportunità di attaccare in verticale su giocate dirette come capitato quest’anno a Joshua Zirkzee e Marko Arnautović in rossoblù. Rispetto a Luis Enrique poi Thiago Motta sembra avere una maggiore facilità nell’allenare anche la stampa.
Rapporti con i media che invece potrebbero creare qualche problema a Igor Tudor, altro nome circolato recentemente. Il croato è sempre molto diretto e chiede tanto alla squadra, a costo di andare allo scontro con i giocatori. In questo e nel passato da calciatore bianconero Tudor ricorda in qualche modo Antonio Conte. Di sicuro la sua eventuale scelta finirebbe per ringalluzzire il popolo bianconero, grazie anche al rispetto per la maglia che l’ex allenatore di Udinese e Verona riesce a infondere ai propri uomini. Un elemento come Bremer si troverebbe in pieno agio nella difesa a tre orientata sull’uomo che Tudor ha mutuato da Gasperini e che il difensore ha già assaggiato con Ivan Jurić al Torino. Di contro c’è che Tudor sta facendo bene ma non benissimo a Marsiglia, dove è entrato in rotta di collisione con alcuni mammasantissima dello spogliatoio.
Raffaele Palladino è l’enfant du pays per i suoi trascorsi nel settore giovanile bianconero. La sua scelta vorrebbe dire virare verso un gioco misto, con aspetti posizionali e funzionali, per certi versi simile a quello del Napoli di Spalletti. Certo non sarebbe facile strappare Palladino al Monza, così come andrebbe preso in considerazione il fatto che il tecnico di Mugnano di Napoli, a fine campionato, avrà alle spalle soltanto una stagione da allenatore di prima squadra.
Questi i nomi vociferati in queste ore. Sempre che dal cilindro della dirigenza juventina non spunti qualche nome a sorpresa (Mancini? Gasperini? Un altro non menzionato dalla stampa?) che finirebbe per creare altre situazioni da vagliare.
Panchine d’Oltralpe
Giovedì 25 maggio L'Équipe è uscita in edicola con una interessante edizione che analizzava la situazione delle panchine delle squadre della Ligue 1. Molte squadre sembrano destinate a cambiare guida tecnica in vista della prossima stagione. La situazione più interessante è ovviamente quella del Psg, dove Christophe Galtier potrebbe venir sostituito (si fanno i nomi di Abel Ferreira, Thiago Motta, José Mourinho e Marcelo Gallardo).
Da attenzionare anche il Nizza. La società ha una potenza di fuoco non indifferente, ma il nuovo direttore sportivo della INEOS sport (da gennaio) Jean-Claude Blanc, non deve sbagliare l’allenatore. Le possibilità che Didier Digard (subentrato a stagione in corso a Lucien Favre) resti sulla panchina nizzarda sono poche. Il trentaseienne tecnico originario della Normandia era partito bene ma ultimamente ha avuto dei rovesci, anche a causa degli infortuni che hanno colpito la squadra. Inoltre, non è un nome di primo piano e il club vuole invece puntare su un allenatore importante. E infatti L'Équipe cita Graham Porter come l’attuale favorito.
Da vedere se la nuova proprietà del Lione confermerà Laurent Blanc, così come si dovrà vedere cosa farà il Monaco con Philippe Clement, caduto in disgrazia dopo l’eliminazione subita d’opera del Bayer Leverkusen in Europa League e la successiva serie di risultati altalenanti.
Detto che Régis Le Bris (Lorient) e Franck Haise (Lens) dovrebbero restare al loro posto (a meno che non intervengano offerte allettanti da piazze superiori) sarebbe interessante se rientrasse nel giro Julien Stéphan.
Il quarantaduenne vincitore della coppa di Francia col Rennes nel 2019 è stato esonerato lo scorso gennaio dallo Strasburgo dopo una prima metà di stagione difficile. Il bretone però ha mostrato qualità e sarebbe giusto che avesse un’altra possibilità partendo dall’inizio. Vedremo se qualche squadra deciderà di affidarsi a lui.
Ancora in Francia
Restiamo nell’Esagono con due notizie. La prima riguarda la puntata speciale sulla Ligue 1 de La Fiera del Calcio. Se vi è piaciuta fatelo sapere attraverso le pagine Twitter o Instagram del canale. Se non l’avete vista, recuperatela. Il sostengo all’iniziativa potrebbe infatti portare a fare del campionato francese un appuntamento fisso nella Fiera la prossima stagione.
L’altra novità riguarda l’annuncio ufficiale fatto dal Tolosa della partenza, a fine stagione, di quattro elementi.
Fra questi ce n’è uno particolarmente appetibile, vale a dire Branco Van den Boomen. In scadenza di contratto (quindi libero a zero), l’olandese è stato protagonista del ritorno del TFC in Ligue 1 l’anno scorso, della salvezza e della vittoria in coppa di Francia di quest’anno.
Stiamo parlando di un elemento che, a due giornate dal termine, ha creato 54 occasioni (quinto dato del campionato francese) e che risulta ottavo in Ligue 1 per passaggi filtranti (12).
Van den Boomen (fra l’altro ottimo anche su calcio piazzato) è un regista mobile che farebbe comodo a molte squadre della nostra Serie A, anche se il giocatore è dato per vicino all’Ajax.