I pensieri di Galtier
Le partite con l'OM e con il Nantes, insieme all'infortunio di Neymar, fanno ipotizzare un Psg con la difesa a cinque nel ritorno di Champions contro il Bayern.
Il netto successo ottenuto in campionato nello scontro diretto con il Marsiglia (0-3) ha rilanciato le quotazioni di Christophe Galtier, recentemente messo in discussione dopo un avvio incerto di 2023.
La vittoria in questione ha però messo in moto anche un interessante quesito tattico relativo al Psg, squadra che si è trovata a proprio agio nel difendere bassa per lasciare poi campo aperto a Kylian Mbappé.
Nonostante il fatto che il contropiede parigino abbia potuto usufruire delle difficoltà della retroguardia marsigliese nel difendere in campo aperto, la gestione della partita da parte del Psg è stata perfetta.
Galtier ha dato stabilità alla squadra utilizzando un 3-5-2 come sistema base, tornando quindi alla difesa a tre impiegata a inizio stagione ma utilizzando un centrocampo con un vertice basso (Marco Verratti) e due mezzali.
Un sistema che è stato replicato anche nella sfida contro il Nantes, in una partita dove il Psg si è maggiormente esposto alle transizioni avversarie.
All’interno di questo contesto la formazione parigina difende con un blocco difesa e centrocampo 5+3, in pratica lasciando sopra palla Lionel Messi e Mbappé. Così facendo i due attaccanti erano poi pronti a colpire in verticale una volta che i compagni riconquistavano palla. La domanda da porsi è se questo sistema e questo atteggiamento tattico siano sostenibili nel lungo periodo, in particolare in Champions.
Dal punto di vista dei centrali di difesa l’infortunio di Presnel Kimpembe priva il Paris di un elemento importante e lascia Galtier con i soli Sergio Ramos, Danilo e Marquinhos come centrali titolari di livello, alle spalle dei quali si trovano solo giovani come ad esempio El Chadaille Bitshiabu.
L’altra grande questione riguarda la composizione del duo d’attacco. Cosa fare quando rientrerà Neymar? Finché si trattava di utilizzare il 3-4-2-1 o il 3-4-1-2 la MNM poteva essere schierata. Ma nel 3-5-2 i posti a disposizione davanti sono soltanto due. Chi accetterà di restare fuori o, almeno, di fare turnover? Ad oggi il giocatore sacrificabile sembra Neymar, fra l’altro attualmente infortunato.
In Europa poi, contro avversari di qualità superiore, il Psg potrebbe avere problemi a difendere con soltanto otto giocatori sotto la linea della palla. In questo senso la squadra di Galtier dovrebbe esasperare quelle fasi di pressione alta viste anche al Vélodrome, per non perdere Messi e Mbappé in fase difensiva.
La sfida di ritorno con il Bayern in Champions potrà dare ulteriori indicazioni. E potrebbe riportare Galtier sotto la lente d’ingrandimento della critica francese qualora il Psg venisse eliminato.
Su De Bruyne
La vittoria del Manchester City sul Newcastle all’Etihad Stadium lascia intatte le speranze dei Citizens di conquistare il titolo e anche quelle dei Magpies di poter dire la loro in ottica di qualificazione alla Champions League.
Al di là del risultato finale, la partita ha detto qualcosa di interessante, a cominciare dalla sostituzione effettuata da Pep Guardiola con l’inserimento di Bernardo Silva al posto di Kevin De Bruyne. Un cambio vincente dato che il portoghese ha segnato il gol che ha chiuso la gara.
De Bruyne è sempre un elemento chiave della squadra di Pep. E come potrebbe essere altrimenti per un giocatore che giuda la Premier in assist (12), expected assist (11.32), chances create (78) e expected threat (5.08)?
L’impressione però è che il belga non sia più insostituibile come una volta. L’idea che è cominciata a circolare è quella di un Manchester che, per adattarsi alla presenza di Erling Haaland, abbia finito per perdere un po’ di quel controllo ritenuto da Guardiola essenziale nel suo tipo di calcio.
In questo contesto tattico, con la volontà del tecnico catalano di riguadagnare quel controllo, a guadagnare maggior centralità sono elementi come il già citato Silva o Jack Grealish, che offrono più qualità come playmaker.
Wout Weghorst
Fra i giocatori rinati sotto la cura di Erik ten Hag viene spesso sottostimato Wout Weghorst. Arrivato in Inghilterra come un attaccante in grado di trovare facilmente la via della rete, l’olandese era stato respinto con perdite al Burnley, dopo un record di due reti in 20 partite di Premier.
Un anno dopo l’olandese è nuovamente nella massima serie inglese, stavolta con la maglia del Manchester United. Arrivato per essere la riserva di Anthony Martial, Weghorst ha invece già ammassato 457 minuti in campionato. Soprattutto, Weghorst ha messo in mostra qualità diverse da quelle che ci si attendeva quando sbarcò a Turf Moor.
A colpire infatti nono sono le qualità realizzative dell’ex Wolfsburg (zero reti finora) quanto invece le sue capacità associative e la duttilità tattica, che lo rende impiegabile per svolgere più funzioni.
Così abbiamo visto Weghorst agire da mezzala contro il Barcellona oppure da centravanti di manovra pronto a dialogare con i compagni, come nel caso dell’assist fornito a Marcus Rashford nella finale di Carabo Cup.
La capacità di svolgere più funzioni rende Weghorst un elemento importante per lo United e spiega perché ten Hag lo abbia schierato 13 volte titolare dal suo arrivo.
In questo senso l’attaccante olandese è diventato l’arma tattica che ten Hag può utilizzare con diversi compiti a seconda della partita e dell’avversario.
Big in Japan
È partito il campionato giapponese, la J League. Con i giocatori nipponici che si stanno facendo valere in molti campionati importanti in Europa e dopo l’exploit della nazionale del Sol Levante ai recenti Mondiali del Qatar, è consigliabile seguire quello che è il trentesimo torneo locale di massima serie da quando è stato introdotto il professionismo.
Per facilitare il primo contatto col calcio giapponese è consigliato questo articolo che introduce molto bene la nuova stagione.