Un secondo tempo migliore del primo non è stato sufficiente al Manchester City per riuscire ad agguantare almeno il pareggio contro l’Aston Villa. Intendiamoci, la squadra di Unai Emery ha meritato la vittoria. Raramente si è visto il City di Pep Guardiola così in difficoltà come con i Villans.
Lo ha ammesso lo stesso tecnico catalano nel dopo partita (‹‹ha vinto la squadra migliore››). Il problema non è tanto la sconfitta quanto come è venuta (i Citizens hanno provato soltanto due conclusioni in tutta la gara, mentre l’Aston Villa ne ha registrate ben ventidue) e il fatto che questa battuta d’arresto segue tre pareggi consecutivi in Premier (contro Chelsea, Liverpool e Tottenham) durante i quali la compagine di Guardiola è stata tutt’altro che irreprensibile (soprattutto difensivamente).
A parziale scusante dello stato di forma attuale del Manchester sono state tirate in ballo le assenze, con Kevin De Bruyne infortunato e Rodri squalificato. Ci sta, ma è altrettanto evidente come ci sia più di questo. Alcuni giocatori importanti sono fuori condizione (Jack Grealish su tutti). Ma, soprattutto, quello che sembra essere in corso è un mutamento tattico, non si sa quanto voluto dal tecnico.
Ci riferiamo ovviamente all’ossessione di Pep per il controllo. Facendo un giro sui media inglesi è proprio alla perdita di controllo che viene attribuita la colpa principale dei mali attuali della squadra di Guardiola. Attualmente il City ha grosse difficoltà a dettare il contesto tattico e a controllare la partita. E questo problema non deriva soltanto dall’inserimento in squadra di un attaccante come Erling Haaland.
A centrocampo, senza Rodri e con İlkay Gündoğan partito alla volta di Barcellona, il City fa fatica. L’assenza dello spagnolo si è rivelata particolarmente pesante questa stagione: il City ha perso tutte le ultime cinque le gare disputate senza di lui.
Gli elementi deputati a garantire il controllo (i neoacquisti Mateo Kovačić e Matheus Nunes) non si sono ancora integrati nel sistema di Guardiola.
Più che alla mancanza di dominio in quanto tale, il problema in questo momento sembra risiedere nelle caratteristiche di alcuni elementi attualmente titolari.
Giocatori come il già citato Haaland, Julián Álvarez e Jeremy Doku aumentano infatti la verticalità della squadra a discapito proprio del controllo. Lo stesso può essere detto per Phil Foden. Una parte della squadra è quindi strutturata per continuare a giocare il calcio di Guardiola mentre un’altra (segnatamente il reparto d’attacco) ha caratteristiche più adatte per un altro tipo di approccio (e infatti Pep ad un certo puto della gara con il Villa ha richiamato Álvarez e Foden per inserire Kovačić e Nunes sperando di guadagnare ordine). Questo crea scompensi in campo, che si riverberano anche nella fase difensiva, per il Manchester essenzialmente demandata alla gestione delle transizioni.
Invertire le posizioni di Bernardo Silva (partito a destra) e Álvarez (in mezzo al campo) avrebbe forse potuto essere più utile.
È inoltre da rimarcare come l’Aston Villa abbia battuto il City giocando al suo stesso gioco. Secondo i dati Soccerment, Emery ha contestato il possesso avversario (come dimostra 46.1% registrato dalla squadra di Birmingham), registrando un field tilt superiore (50.8%) e un maggior numero di tocchi di palla in area avversaria (36 contro 13).
I Villans hanno vinto anche la battaglia degli expected goals (2.14 contro 0.82). Dati inusuali per un‘avversaria di Guardiola.
Fra Marsiglia e Lione
Qualche settimana dopo gli incidenti che avevano fatto rinviare la partita, la sfida fra Olympique Marsiglia e Olympique Lione è stata recuperata. Da quel 29 ottobre molto è cambiato, soprattutto in casa OL con il proprietario John Textor che, nel frattempo, si è rimangiato la scelta di Fabio Grosso come sostituto di Luarent Blanc sulla panchina del Lione (dopo il breve intermezzo con Jean-François Vulliez), decidendo di affidare la panchina a Pierre Sage. Quest’ultimo dovrebbe essere un traghettatore, fino a quando la nuova direzione tecnica del club (affidata al direttore sportivo David Friio e al consigliere Juninho) non troverà un tecnico col quale concludere la stagione in corso.
Tuttavia, qualora le prestazioni e i risultati fossero all’altezza della situazione, non è da escludere che sia proprio Sage a cercare di salvare un OL attualmente impegnato in piena zona retrocessione. La prima uscita di Sage è stata positiva, nonostante la sconfitta (3-2 contro il Lens).
Purtroppo per il tecnico, nel recupero di Marsiglia non c’è stata partita, con l’OM che si è imposto agevolmente (3-0). La battaglia tattica l’ha vinta dunque Gennaro Gattuso. L’italiano ha presentato una inedita difesa a tre con Chancel Mbemba, Samuel Gigot e Leonardo Balerdi davanti a Pau López.
L’aspetto interessante del 3-5-2 del Marsiglia era che, in fase di possesso, Gattuso chiedeva ai suoi di sviluppare 3-3-4, con i quinti Amir Murillo e Renan Lodi in linea con i due attaccanti (Vitinha e Pierre-Emerick Aubameyang) e con le mezzali (Amine Harit e Jordan Veretout) immediatamente a ridosso.
Questo approccio, oltre a sorprendere il Lione, ha permesso al Marsiglia di avere superiorità numerica sia in fase di finalizzazione che negli ultimi venti metri di campo. Quando Sage ha effettuati gli opportuni correttivi (nella ripresa) i buoi erano già scappati dalla stalla.
Un altro punto del quale discutere è quello relativo alla coppia Aubameyang-Vitinha. I due si sono trovati bene e hanno beneficiato del cambio di sistema. In particolare Vitinha, fin qui quasi un oggetto misterioso (con quello al Lione sono tre le reti segnate in stagione in Ligue 1). Vedremo se Gattuso proseguirà con questo modulo o se tornerà alla sua classica difesa a quattro.
I guai RedBird
Restiamo in Ligue 1 per analizzare il momento attuale del Tolosa, club che ha la stessa proprietà del Milan. Nelle prime quattordici giornate di campionato il TFC ha vinto soltanto due partite e questo ha ovviamente aumentato la pressione sullo spagnolo Carles Martinez Novell, tecnico scelto dalla società la scorsa estate per sostituire Philippe Montanier (l’uomo che aveva riportato il Tolosa nella massima serie, conducendolo anche ad una vittoria in coppa di Francia).
Il passaggio del turno in Europa League non è abbastanza per considerare al sicuro il posto di lavoro di Novell. Il trentanovenne catalano deve anche gestire uno spogliatoio in ebollizione, come dimostra la recente uscita di Thijs Dallinga. L’attaccante olandese ha infatti espresso pubblicamente la sua frustrazione per essere finito in panchina durante la recente sfida con il Lorient (altra grande delusione della stagione), nonostante le tre reti segnate nelle precedenti quattro partite di campionato (e Dallinga è andato a segno anche contro les Merlus uscendo dalla panchina).
Non una mossa particolarmente logica quella di Novell, alle prese con una squadra giovane (età media di ventitré anni e quattro mesi) e con un attacco che, tolto Dallinga, non conta al momento su giocatori in grado di fare la differenza.
La proprietà ha puntato forte su Novell ma il tecnico spagnolo deve trovare alla svelta la soluzione per far svoltare les Violets, altrimenti rischia di non restare più lui il tecnico incaricato di guidare il progetto giovani del club.