Il Barça di Xavi vince La Liga
Un paragone fra i blaugrana di Guardiola e l'attuale City, un commento sulla Spal di Joe Tacopina e le prossime novità.
Quattro stagioni dopo l’ultima volta, il Barça torna a vincere una Liga. Lo fa in una stagione contrassegnata da tante vicende extra campo: dalle accuse di aver influenzato gli arbitri negli ultimi vent’anni fino ai problemi finanziari del club, passando per l’addio poi rientrato del direttore sportivo Mateu Alemany e di quello effettivo di Jordi Cruyff.
Insomma, non è stato un lavoro facile per Xavi Hernández, e idolo culé da giocatore, tornato al Camp Nou nelle vesti di allenatore. Xavi ha riportato il Barcellona sul tetto di Spagna co una impostazione leggermente diversa rispetto a quella tradizionale di marca guardiolesca. Un calcio sempre posizionale, ma con degli accorgimenti che hanno reso i blaugrana padroni in entrambe le aree di rigore.
Anche se il tecnico catalano lo ha negato, un certo cambiamento di stile nel gioco blaugrana c’è stato. Oggi il Barça è una compagine più diretta, più verticale rispetto al passato, come ha sottolineato anche una recente analisi de El País. Per restare ad un confronto fra la scorsa stagione e quella attuale, i passaggi corti in media a partita sono passati da 564 nel 2021-22 a 549 quest’anno, così come sono diminuite la azioni da dieci o più passaggi passando da 651 a 587.
Il possesso resta fondamentale (64%) ma il gioco sul corto non è più l’unico mezzo utilizzato dai blaugrana per avvicinarsi alla porta avversaria.
Certamente è rimasta l’impronta posizionale di una squadra che in corso d’opera è passata da un sistema base 4-3-3 ad un 4-2-3-1 con Gavi da centrocampista, ma che sviluppava costruendo un quadrilatero centrale e riempiendo tutti i canali verticali del campo.
Ma stavolta, come detto, c’è da sottolineare l’importanza della fase difensiva di una squadra che nella Liga ha concesso soltanto 13 reti, costruendo un bunker (25 clean sheets) attorno alle parate Marc-André ter Stegen e all’apporto in non possesso di Andreas Christensen e Ronald Araújo.
Non tutto ha funzionato a dovere però. La campagna europea è stata disastrosa (uscita disastrosa dalla fase ai gironi della Champions League ed eliminazione in Europa League contro il Manchester United); Sergio Busquets, prossimo all’addio, ha mostrato i limiti dell’età; la squadra ha palesato delle difficoltà nella gestione delle transizioni avversarie; non tutti i nuovi acquisti di quest’anno (Jules Koundé, Christensen, Marco Alonso, Héctor Bellerín, Franck Kessié, Raphinha, Robert Lewandowski e Ousmane Dembélé) hanno performato per quanto atteso.
Xavi però, nonostante tutte le difficoltà, ha saputo adattarsi al materiale a disposizione e allo stato di forma dei giocatori della rosa, dando vita ad un Barcellona un po’ più pragmatico del solito. Non a caso ha centrato molte vittorie per 1-0.
Ora si guarda avanti. Il Barcellona ha una massa salariale che non può sostenere. Si tratterà di abbassarla cercando al contempo di restare competitivi in Spagna e di tornare ad esserlo in Europa. È questa la prossima sfida che attende Xavi.
Questo City, quel Barça
È uscito qualche giorno fa un interessante articolo di Jonathan Wilson sul Guardian. Nell’articolo in questione il noto giornalista inglese analizzava il Manchester City, facendo un paragone fra quest’ultimo e il Barça di Pep Guardiola.
Personalmente ritengo questo City anche più forte e più completo di quel Barcellona. Certamente è una squadra più fisica, soprattutto dopo che gli spagnoli persero un elemento come Yaya Touré.
Concordo però col ritenere più iconica quella compagine bluagrana che, fra il 2008 ed il 2012, ha segnato un'era rivoluzionando il calcio come poche altre squadre hanno fatto nella storia. Le innovazioni portate da questo City sono degli sviluppi di quelle, molto più radicali e impattanti, messe in mostra da quel Barça.
Lionel Messi falso nueve, possesso palla esasperato con un centrocampo di palleggiatori (Sergio Busquets, Iniesta e Xavi), pressing e riaggressione sono state tutte situazioni tattiche prodotte dal Barcellona di Guardiola che hanno cambiato il gioco.
L’utilizzo dei falsi terzini o di John Stones che in possesso diventa un centrocampista sono soluzione arrivate semplicemente dopo e in un altro periodo storico. Il gioco di ora è fluido per ogni grande squadra mentre quello proposto dai blaugrana con Pep lo era in un periodo nel quale tutto era strutturato in maniera più rigida.
Al solito, non stiamo parlando di giocatori. Infatti, come per il Milan di Arrigo Sacchi anche per il Barcellona di Guardiola vale l’assunto che sì, forse quel gruppo avrebbe vinto anche con un altro tecnico…forse…ma non giocando in quella maniera, imprimendo una svolta tattica alla storia del calcio.
L’inserimento di Erling Haaland inoltre non va letto come una sorta di ‘normalizzazione’ del Manchester quanto invece con la volontà dell’allenatore catalano di avere a disposizione un centravanti vero in grado di garantire ai Citizens il controllo anche su quelle situazioni episodiche che in passato hanno impedito agli inglesi di vincere la Champions.
Proprio la conquista del più ambito trofeo europeo per club (obiettivo primario della società di Mansour bin Zayed Al Nahyan) avrà un ruolo importante nel definire l’eredità di questo City. E questo nel senso che, senza vittoria, la parabola di questa squadra potrebbe non venir ricordata o tenuta nella giusta considerazione. Al contrario, l’epopea del Barcellona di Guardiola rimarrebbe negli annali anche senza le Champions League 2009 e 2011.
Serie B
Si è chiusa la stagione regolare del campionato cadetto. Frosinone e Genoa sono promosse direttamente in Serie A, con Bari, Parma, Cagliari, Südtirol, Reggina e Venezia ai playoff e con Brescia e Cosenza che si giocheranno la permanenza in categoria nel playout. Retrocedono invece Perugia, Benevento e Spal.
Per ognuna delle tre retrocesse ci sarebbe da aprire un capitolo a parte. In questo momento mi preme trattare la vicenda della Spal. Il club ferrarese aveva una rosa che, alla vigilia del torneo, faceva presagire tutt’altro risultato. Invece le cose sono andate male. Di recente il proprietario Joe Tacopina ha preso la parola per spiegare i motivi del fallimento e per parlare della direzione del progetto Spal
Anche l’ex direttore sportivo Fabio Lupo è intervenuto sui media per raccontare cosa a suo dire non ha funzionato. Dal punto di vista tecnico gli errori sono stati molteplici. Al di là del rendimento dei giocatori in rosa, la società ha sbagliato sul lato degli allenatori. Prima di tutto, non andava confermato Roberto Venturato. L’ex condottiero del Cittadella era arrivato lo scorso anno per rimettere in piedi la barca dopo l’esonero del catalano Pep Clotet. A quel punto sarebbe stato più opportuno salutare il tecnico di origine australiana per avviare un nuovo progetto. Invece si è deciso di continuare con Venturato, costruendogli una squadra esperta con anche giocatori già allenati per consentirgli di esprimere il suo calcio.
La Spal però non ha prodotto né gioco né risultati e così è arrivato l’esonero. Al posto di Venturato è stato ingaggiato Daniele De Rossi, tecnico giovane, alla sua prima esperienza fra i professionisti ma con tante buone idee per praticare un gioco moderno. Il problema qui è che l’allenatore romano non è stato supportato dalla società che, a gennaio, non ha fatto un mercato funzionale al suo calcio. E De Rossi lo ha fatto giustamente notare.
Dopo la separazione dall’ex capitano della Roma la scelta del club ferrarese è caduta su Massimo Oddo. Ma nemmeno il tecnico pescarese è riuscito a raddrizzare la situazione.
Nelle ultime stagioni la carriera da allenatore dell’ex giocatore di Verona e Lazio ha preso una china discendente.
Un peccato per un tecnico che agli inizi aveva fatto vedere buone cose. C’è da dire che Oddo spesso ha sbagliato la scelta della squadra e della situazione nella quale si è poi andato a impelagare. La sensazione è che si tratti di un allenatore che ha bisogno di partire dall’inizio e non a stagione in corso. Detto questo, se volete seguire più da vicino le vicende della squadra estense, vi consiglio di seguire lospallino.com.
Novità
Sono in cantiere delle novità riguardo al sito lagabbiadiorrico.com. Per ora siamo ancora a livello di idee ma qualcosa potrebbe concretizzarsi già nelle prossime settimane o nei prossimi mesi. Nel frattempo ricordo che è online la pagina Facebook.
Infine, in fondo ad ogni newsletter e ad ogni articolo trovate le indicazioni per sostenere il progetto. Offrire un caffè ogni tanto è un buon modo per mostrare apprezzamento per il lavoro svolto e per contribuire alle spese di mantenimento del sito.