Mentre si è discusso ampiamente (spesso a sproposito) sulla decisione di Roberto Mancini di accettare l’offerta saudita per guidare i Green Falcons, poco è stato scritto su lato tecnico della questione.
La sfida che si presenta davanti al Mancio e al suo staff non è facile. Il presidente Yasser Al Misehal e i dirigenti della SAFF (la Federcalcio locale) hanno infatti n mente degli obiettivi molto chiari: riportare a Riyad una coppa d’Asia che manca dal 1996 e centrare la qualificazione ai Mondiali del 2026.
Sul primo fronte, non sarà facile. Il prossimo torneo asiatico, inizialmente previsto per questa estate in Cina, è stato spostato (causa Covid) a gennaio del prossimo anno e si svolgerà in Qatar. La nazionale qatariota è anche detentrice del trofeo.
La concorrenza è ampia. Ad oggi i Sauditi non partono fra i favoriti, ruolo che invece spetta a Giappone (Paese che ha vinto per più volte la coppa, con quattro successi) e alla Corea del Sud. La squadra di Mancini parte un po’ dietro le due potenze estremo orientali, collocandosi a fianco di altre due nazionali forti come Australia e Iran.
In questo senso, l’amichevole contro la Corea del Sud prevista per la prossima finestra Fifa 12 settembre (la seconda di questa sosta internazionale, dopo quella dell’8 contro la Costarica) rappresenterà per Mancini un buon test per saggiare una delle potenze continentali.
L’ex commissario tecnico della nazionale italiana (con al quale esordì nel 2018 in amichevole proprio contro l’Arabia Saudita) non ha quindi molto tempo a disposizione per creare un gruppo squadra col quale puntare al torneo in Qatar.
Nonostante il nutrito staff al seguito, ci vorrà un lavoro di diverse ore per analizzare il talento a disposizione intorno al quale costruire il core della nazionale verde.
È probabile quindi che Mancini decida di partire dalla rosa che così bene ha fatto ai recenti Mondiali 2022 sotto la guida del francese Hervé Renard (che ha poi lasciato l’incarico per andare ad allenare la Francia femminile).
In porta il titolare era Mohammed Al-Owais. Il trentunenne dell’Al-Hilal è però finito dietro il marocchino Yassine Bounou nelle gerarchie del club. Il Mancio potrebbe così rivolgersi a Mohammed Al Rubiae (Al-Ahli) o al ventitreenne Nawaf Al-Aqidi (Al-Nassr), gli altri due portieri presenti in rosa ai Mondiali.
Al-Aqidi fra l’altro risulta in questo momento uno dei migliori estremi difensori del campionato saudita, con un dato di gol evitati di 0.5 (calcolato tenendo presente gli xGOT).
In difesa si dovrebbe ripartire da Ali Al-Bulaihi (Al-Hilal) come centrale titolare, con un secondo centrale da individuare. Sulle corsie esterne ci sarebbero Sultan Al-Ghanam e Saud Abdulhamid a destra, con Yasser Al-Shahrani e Nasser Al-Dawsari sulla fascia mancina. Sempre a sinistra, da attenzionare anche Zakaria Hawsawi (Al-Ittihad).
Accanto a questi giocatori ci sono i giovani della Under 23 da osservare, come il terzino destro Ahmed Al-Julaydan (Al-Fateh) o il centrale Mohammed Sulaiman (Al-Ahli).
A centrocampo, oltre al centrocampista dell’Al-Hilal, Musab Al-Juwayr, c’è il giovane Abbas Al-Hassan (Al-Fateh). A questi vanno aggiunti Ziyad Mubarak Al-Johani (ventunenne mediano dell’Al-Ahli), Awad Al-Nashri (Al-Ittihad) e il gioiello Salem Al-Dawsari dell’Al-Hilal, due reti ai Mondiali. Da tenere sotto osservazione Abdulaziz Makin del Damac (24 portate per 90 minuti di gioco),
In attacco ad oggi è imprescindibile Firas Al-Buraikan dell’Al-Fateh. Con lui Abdullah Al-Hamdan e Saleh Al-Shehri, entrambi dell’Al-Hilal.
Dal punto di vista tattico è probabile che Mancini cerchi di implementare il gioco di posizione visto all’opera con efficacia durante la vittoriosa campagna europea del 2021. Tradizionalmente le squadre arabe sono conosciute per un approccio difesa e contropiede, in controtendenza rispetto a quello più palleggiato di Corea e Giappone.
In questo senso l’ex numero 10 di Sampdoria e Lazio dovrà trasformare il DNA della squadra saudita. D’altra parte, lo stesso processo Mancini lo ha dovuto compiere quando ha preso in mano la guida degli Azzurri.
Kaiser Leo
Leo Bonucci è un nuovo giocatore dell’Union Berlino. Il difensore avrebbe voluto concludere la carriera alla Juventus, giocando un anno in più, ma la sua presenza non era più prevista dai piani di Max Allegri e della dirigenza bianconera. Sui rapporti fra il calciatore e Allegri non è il caso di ritornare in questa sede. Interessante è invece la questione relativa alla prossima destinazione di Bonucci, che aveva già lasciato la Juve al termine della stagione 2016-17 per andare a giocare (con esiti rivedibili) nel Milan.
All’Union il difensore campione d’Europa con l’Italia nel 2021 troverà una piazza entusiasta per la qualificazione alla Champions League centrata l’ano scorso. Non a caso il club berlinese ha già venduto 40.000 abbonamenti per le tre gare casalinghe del massimo torneo europeo. Gare che si disputeranno all’ Olympiastadion (usuale casa dei rivali cittadini dell’Hertha) data la superiore capacità dello stadio (74.000 posti) rispetto all’Alten Forsterei stadium (22.000), dove l’Union gioca in Bundesliga.
Per quanto riguarda gli aspetti di campo, l’Union è partita bene in campionato e si è rinforzata proprio in vista dell’impegnativa campagna europea. Robin Gosens, arrivato dall’Inter, si è già inserito. Bonucci, Gosens, Kevin Volland…sono tutti giocatori di livello internazionale che l’Union ha portato in squadra quest’anno per prepararsi all’alta marea della Champions League.
Il tecnico, lo svizzero Urs Fischer, è un discepolo di Lucien Favre, ex allenatore del Borussia Dortmund. Resta da vedere come Bonucci si adatterà a giocare in un campionato dai ritmi alti come la Bundesliga, contro squadre che per lo più prediligono andare in verticale. Nelle ultime annate la fase difensiva è stata uno dei talloni d’Achille di Bonucci, che resta sempre un ottimo costruttore ma che, appunto, ha evidenti limiti quando si tratta del non possesso. In questo senso, il fatto che l’Union giochi prevalentemente con blocco basso e contropiede potrebbe aiutare l’adattamento dell’ex juventino.
The Champions
Il sorteggio dei gironi di Champions è stato benevolo con le italiane. Soltanto il Milan può essere deluso. Il Gruppo F infatti vedrà i rossoneri opporsi a Paris Saint-Germain, Borussia Dortmund e Newcastle. In pratica, Milan contro il suo passato recente: Gigio Donnarumma e Sandro Tonali. Non sarà facile.
Il Psg, pur avendo perso Lionel Messi e Neymar, resta comunque a squadra di Kylian Mbappé e ha in Luis Enrique un allenatore in grado di costruire una squadra vera e non solo di gestire un gruppo di giocatori.
Il Newcastle ha fatto un buon mercato ed è in una fase di crescita tecnica da quando è arrivato Eddie Howe in panchina.
Il Borussia dovrebbe essere la più ‘debole’ del lotto, avendo fra l’altro perso Jude Bellingham e Raphaël Guerreiro. Inoltre, ci sono perplessità sul lavoro del tecnico Edin Terzić.
Per quanto riguarda il girone del Napoli, Il Real è sempre il Real, anche senza Karim Benzema. Le altre due squadre del gruppo (il Braga di José Fonte e l’Union Berlino di Leonardo Bonucci) sono alla portata degli uomini di Rudi Garcia.
L’Inter ritrova il Benfica dopo la sfida dell’anno scorso. I lusitani si sono rinforzati con gli arrivi di Ángel Di María e Orkun Kökçü. La Real Sociedad di Imanol Alguacil proporrà delle sfide tattiche interessanti. Il Salisburgo è la massima forza del calcio austriaco, ma questo potrebbe non bastare per sperare di passare il turno. La squadra ha perso Dominik Szoboszlai, Christopher Nkunku e Josko Gvardiol, anche se può contare su nuovi talenti come Lois Openda e Xavi Simons (in prestito dal Psg).
Infine la Lazio, in uno dei tradizionali gironi da Europa League che ogni anno si ritrovano in Champions. La perdita di Sergej Milinković-Savić pesa enormemente. Daichi Kamada e Mattéo Guendouzi sono però due ottimi acquisti e i biancocelesti sembrano ora avere una panchina sufficientemente lunga per gestire il doppio impegno. L’Atlético Madrid resta la favorita del raggruppamento, così i laziali dovrebbero giocarsela per il passaggio del turno con Feyenoord e Celtic, avversari sulla carta abbordabili.