Qualcosa non va
Aver schierato Lee Kang-in da falso centravanti non ha nascosto le difficoltà offensive del Psg.

Quattro punti conquistati nelle prime tre giornate della nuova Champions. Non certo un bottino all’altezza delle aspettative quello fin qui messo insieme dal Paris Saint-Germain. Diciassettesima in classifica, ad oggi la compagine transalpina sarebbe qualificata per il playoff, ma resterebbe fuori dalle magnifiche otto che andranno direttamente agli ottavi.
Le prossime avversarie (Atlético Madrid e Bayern Monaco) non inducono all’ottimismo. A preoccupare maggiormente i parigini è la produzione offensiva. In base ai dati forniti da Fbref infatti il Psg risulta essere appena la tredicesima forza dell’intera competizione per expected goals prodotti, con un dato di soli 5 xG. Per rendere meglio l’idea, formazioni come il Benfica (7.3), il Celtic (6.2) e lo Stoccarda (6.1) hanno tutte fatto meglio.
Contro il Psv Eindhoven, nel turno di questa settimana, i francesi hanno effettuato ben 26 conclusioni, riuscendo a segnare soltanto una rete. A questo dato se ne aggiunge un altro per niente rassicurante: proprio il gol di Achraf Hakimi contro gli olandesi ha interrotto una serie di 94 tiri senza segnare da parte dei francesi.
In pratica la squadra di Luis Enrique produce tanto a livello quantitativo, ma non dal punto di vista qualitativo. A cosa imputare queste difficoltà? Alcuni giornali francesi hanno tirato in ballo l’inesperienza di una squadra che manda in campo, dalla cintola in su, giocatori giovani come i vari João Neves, Warren Zaïre-Emery, Désiré Doué, Bradley Barcola e Lee Kang-in.
Per non aver impensierito più di tanto il portiere argentino del Psv, Walter Benítez, non pensiamo che basti tirare in ballo la giovane età di alcuni dei componenti della rosa. Il problema sembra avere radici più profonde e chiama in causa il modo con cui è stato assemblato il reparto offensivo dei transalpini. In particolare, il come è stato sostituito Kylian Mbappé.
Al netto delle difficoltà di inquadramento del nazionale francese nell’ortodosso sistema posizionale varato da Luis Enrique fin dall’arrivo del tecnico spagnolo sotto la Torre Eiffel (tanto è vero che Lucho arrivò a riposizionare Mbappé da numero 9), l’apporto garantito dall’attuale giocatore del Real Madrid in termini realizzativi (44 reti un anno fa) è difficilmente replicabile.
Essendo praticamente impossibile pensare di poter sostituire l’ex numero 7 con un attaccante altrettanto prolifico, l’unica strada percorribile era quella di ricevere maggior produzione dal resto della squadra.
Barcola l’anno scorso ha segnato una sola rete in Champions, esattamente come Randal Kolo Muani e Lee Kang-in. Ousmane Dembélé due. Marco Asensio, limitato dagli infortuni, nessuna. Luis Enrique avrà bisogno di miglioramenti in fase di finalizzazione per sperare di portare il Psg avanti nella competizione europea.
Oro, oro, oro…quanto oro ti darei
La corsa al Pallone d’oro 2024 sembra ormai essersi ridotta ad un duello testa a testa fra Rodri e Vinícius Júnior. Il brasiliano del Real Madrid pare avvantaggiato dopo la tripletta rifilata al Borussia Dortmund in Champions.
Spettacolare quella realizzata dopo aver portato palla per 64.9m. In base ai dati raccolti da Opta a partire dalla coppa Campioni 2015-16 si è trattato della seconda portata più lunga a concludersi con un gol (dietro solo ai 69m di Marco Asensio per il Real Madrid contro il Bayern nel 2017).
Tre reti che hanno confermato lo stato di forma eccezionale di uno dei migliori attaccanti in circolazione in questo periodo storico.
In un momento in cui le merengues sono alle prese con la difficile transizione al dopo Toni Kroos, Vinícius non ha risentito dell’aggiunta di Kylian Mbappé ad un reparto offensivo che già poteva contare su Jude Bellingham e Rodrygo e che ora per di più vede il francese calpestare le stesse zone di campo proprio di Vini Jr.
A questo si aggiunga il fatto che, nel corso di questo anno solare, l’attaccante brasiliano ha contribuito a portare alla Casa Blanca sia il titolo de La Liga che la Champions. E, come si sa, gli elettori del Pallone d’oro guardano più che altro alle vittorie come criterio base per scegliere il vincitore del trofeo.
Detto questo, a nostro avviso il premio dovrebbe andare al giocatore che si è rivelato essere il più forte durante il periodo preso in esame. In base a questo criterio il Pallone d’oro 2024 dovrebbe andare a Rodri. Lo spagnolo è infatti risultato determinante tanto per la conquista della Premier da parte del suo Manchester City quanto per la vittoria della Spagna agli ultimi Europei.
L’importanza di Rodri nel City è poi confermata dal fatto che, senza lo spagnolo, la compagine di Pep Guardiola ha sempre sofferto. L’ex centrocampista dell’Atlético Madrid è infatti un baluardo fondamentale della fase difensiva dei Citizens, soprattutto nella gestione delle transizioni difensive.
Rodri è poi nel tempo diventato cardine fondamentale anche della fase di possesso dell’unidici inglese. I dati forniti da The Athletic infatti indicano nel giocatore madrileno il calciatore del City più coinvolto nell’ultima stagione in azioni costruite che sono terminate con un tiro.
In pratica, Rodri in questo momento non sembra avere un’alternativa valida che possa sostituirlo all’interno della squadra di club o della Spagna. È un giocatore totale. E questo, a nostro avviso, contribuisce a renderlo preferibile rispetto al pur impattante Vinícius.
Quanto è forte Cambiaso!
Uno dei giocatori che più si sono messi in evidenza in questa primissima parte di stagione è certamente lo juventino Andrea Cambiaso. Giocatore polivalente, in grado di giocare in fascia su diverse altezze e da entrambi i lati del campo (grazie al fatto di saper giocare la palla con tutti e due i piedi), il bianconero è anche una delle migliori armi tattiche a disposizione della Juventus di Thiago Motta.
All’interno del sistema creato dal tecnico italo-brasiliano, fortemente orientato al controllo, Cambiaso diventa una delle chiavi di sviluppo di una manovra offensiva che si appoggia molto sulle sue conduzioni progressive, tanto in campionato quanto in Champions League. Non a caso nella campagna europea finora Cambiaso è il secondo difensore per quanto riguarda queste portate di palla (6 secondo i dati Fbref), avendo davanti a sé il solo Pierre Kalulu (7) mentre, in Serie A, l’ex genoano è il secondo giocatore di tutta la rosa (24). Soltanto il turco Kenan Yıldız ne produce un numero maggiore (36).
Il ventiquattrenne genovese sembra in questo momento dare il meglio di sé quando può partire dalla linea difensiva, avendo quindi molto campo davanti da poter sfruttare in base alle proprie caratteristiche. Agendo in avanzamento dall’ultima linea Cambiaso può garantire ampiezza lungo la zona laterale ma anche andare ad associarsi centralmente in mediana, sulla seconda linea di costruzione.
Ancora tu
A volte ritornano. Frase trita e ritrita ma che va bene per quanto riguarda Jean-Louis Gasset, rientrato in pista come nuovo tecnico del Montpellier.
Il settantenne Gasset si era ufficialmente ritirato dopo l’esperienza della passata stagione alla guida dell’Olympique Marsiglia, ma non poteva certo rifiutare la chiamata del Montpellier, club della sua città natale.
Fra l’altro Gasset ha già lavorato in passato per l’MHSC, sia come assistente che da primo allenatore. L’ex collaboratore di Laurent Blanc ha davanti a sé un compito non facile: cercare di salvare una squadra attualmente ultime in Ligue 1. Una condizione che ha portato la società del sud della Francia a esonerare Michel Der Zakarian, la cui ultima sulla panchina del Montpellier è stata la rovinosa sconfitta interna (0-5) subita ad opera dell’OM di Roberto De Zerbi.
Ad aiutare Gasset ci saranno anche il suo storico aiutante Ghislain Printant, l’ex difensore Vitorino Hilton e Robin Gasset, quarantatreenne figlio del tecnico e nuovo preparatore dei portieri del Montpellier.