
E così alla fine Erik ten Hag è stato esonerato dal Manchester United. Non che sia stata una notizia inattesa e, a dirla tutta, nemmeno un licenziamento ingiusto, visti i risultati ottenuti dall’olandese a Old Trafford in questi anni.
Inutile ormai analizzare i tanti motivi che hanno portato il board dello United a prendere questa decisione (per un veloce recap vi rimandiamo a questo contributo di ESPN). Più interessante invece soffermarsi sul nuovo tecnico Rúben Amorim.
Il portoghese lascerà lo Sporting durante l’imminente sosta per le nazionali, mettendosi subito a disposizione di un Manchester che non ha esitato a versare i €10 milioni previsti dalla clausola rescissoria presente nel contratto che legava Amorim al club di Lisbona.
Cosa porterà il nuovo allenatore nella squadra attualmente affidata ad interim a Ruud van Nistelrooy, ex assistente di ten Hag? È presto per dirlo. La cosa più interessante di questo matrimonio a nostro avviso riguarda il tipo di struttura base che il portoghese vorrà implementare a Old Trafford. Allo Sporting infatti Amorim ha fatto fortuna giocando con la difesa a tre all’interno di una costruzione 3-4-2-1.
Resta quindi da valutare se il nuovo allenatore dello United ripartirà da questa disposizione o se, invece, proporrà un approccio più soft, lasciando invariata la linea a quattro (spesso utilizzata allo Sporting in fase costruttiva sulle proprie rimesse dal fondo). Nel primo caso andrebbero poi individuati i tre centrali titolari, uno dei quali dovrebbe comunque essere Lisandro Martínez, a proprio agio quando si tratta di comandare il gioco con la palla fra i piedi. Data la cifra spesa per acquistarlo questa estate, sarebbe poi auspicabile un tentativo di rilancio di Matthijs de Ligt.
A centrocampo poi Amorim si riunirà all’uruguaiano Manuel Ugarte, già protagonista sotto il nuovo allenatore prima della cessione al Psg nel 2023. Da valutare anche come Amorim deciderà di utilizzare i suoi terzini. Se, cioè, chiederà loro di garantire ampiezza, di giocare nei mezzi spazi o se invece li utilizzerà in modo misto, con uno largo e uno più stretto centralmente.
In generale comunque del talento c’è, basti pensare alla presenza anche dei vari Kobbie Mainoo, Bruno Fernandes, Rasmus Højlund, Joshua Zirkzee, Marcus Rashford…
Il problema è che lo United di ten Hag non ha mai trovato una vera e propria identità, mostrandosi al meglio quando poteva giocare di rimessa, come durante la vittoriosa finale di FA Cup del maggio scorso contro il Manchester City.
In pratica, non avevano torto José Mourinho e Ole Gunnar Solskjær quando decisero di adottare un atteggiamento reattivo. Cioè uno dei motivi per cui sia l’ex allenatore della Roma che il norvegese furono criticati durante le rispettive gestioni.
Amorim invece, pur avendo mostrato una versione più diretta dello Sporting a partire dallo scorso campionato (in concomitanza con l’arrivo a Lisbona dell’attaccante svedese Viktor Gyökeres) è un tecnico maggiormente orientato al possesso.
La bravura dell’ormai prossimo ex allenatore dei Leões sarà quindi quella di adattarsi al contesto che troverà in Inghilterra o, almeno, di scendere a compromessi con una rosa che presenta diversi profili verticali.
La fluidità spesso evidenziata in costruzione dal suo Sporting potrebbe in questo senso aiutare Amorim anche a Manchester. Bisognerà però vedere se il primo possesso del nuovo United avrà lo stesso successo di quello registrato lo scorso anno dalla formazione di Lisbona.
In base ai dati forniti da The Athletic infatti nel 2023-24 soltanto Manchester City e Inter hanno registrato una media superiore a quella dello Sporting (74.9) per quanto riguarda i tocchi di palla per tackle avversario. Imporre uno stile d’attacco simile allo United non sarà facile.
Niente Mancini
La scelta di Amorim resta comunque intrigante. Così come intrigante sarebbe stata quella di Roberto Mancini. L’ex cittì dell’Italia ha da poco concluso la sua esperienza come commissario tecnico dell’Arabia Saudita. Il cinquantanovenne allenatore jesino lascia i Green Falcons al terzo posto nel gruppo C del terzo round delle qualificazioni asiatiche per i Mondiali 2026, con cinque punti ottenuti in quattro partite.
A dire il vero, se i Sauditi avessero convertito i due rigori avuti a disposizione nelle gare contro Indonesia e Bahrain a quest’ora i punti in classifica sarebbero stati 9, cioè gli stessi dell’Australia attuale seconda dietro il Giappone. Le prime due di ogni gruppo accederanno direttamente ai Mondiali, mentre le terze e le quarte dovranno affrontare un altro turno di qualificazione.
Al posto di Mancini è tornato quell’Hervé Renard già protagonista alla guida dell’Arabia durante la coppa del Mondo del 2022 disputata in Qatar.
Mancini conosce il calcio inglese (ha anche allenato il Manchester City) e avrebbe portato la sua esperienza e la sua adattabilità ai vari contesti in una realtà complicata com’è appunto quella dello United. Non è andata così. Il Mancio comunque avrà sicuramente la possibilità di ripartire a breve da qualche altra parte.
He’s back
Il 23 novembre prossimo si disputerà allo stadio General Pablo Rojas di Asunción (Paraguay) la finale di copa Sudamericana fra Racing Club de Avellaneda e Cruzeiro.
Questa finale rappresenta una tappa ulteriore nel processo intrapreso dal club di Belo Horizonte per tornare ai vertici del calcio brasiliano. Un processo che passa anche dall’arrivo sulla panchina della Raposa di Fernando Diniz.
Giunto al Mineirão qualche settimana dopo l’esonero dalla Fluminense e la fine dell’esperienza come allenatore ad interim della Seleção, il cinquantenne di Patos de Minas ha cercato di implementare poco a poco il proprio modello relazionale nella sua nuova squadra.
Sotto questo aspetto il nuovo allenatore ha inserito una costruzione articolata fin dal portiere Cássio mentre, in avanti, Diniz ha potuto contare sull’apporto dell’ex Juventus e Frosinone Kaio Jorge e dell’argentino Lautaro Díaz
I miglioramenti della squadra sono stati lenti ma costanti e il lavoro del tecnico ha cominciato a dare i suoi frutti. Non male considerato il fatto che Diniz aveva incontrato qualche difficoltà iniziale, risultando il primo allenatore negli ultimi tredici anni a iniziare l’avventura alla guida del Cruzeiro senza vincere nessuna delle prime cinque partite.
JPP
L’ex attaccante del Milan e Pallone d’oro 1991, Jean-Pierre Papin, sembra essere sul punto di lasciare l’Olympique Marsiglia 2, squadra riserve dell’OM della quale è allenatore.
Alla base della decisione ci sono i dissidi emersi fra Papin e Ali Zarrak, responsabile della seconda formazione del club. In base a quanto rivelato dallo stesso Papin parlando al giornale La Provence, Zarrak vorrebbe imporre al tecnico una certa visione. In particolare, la questione riguarderebbe la volontà di Papin di non piegarsi alle consegne volute dalla società riguardanti il minutaggio e il modo di utilizzare alcuni giocatori nella sua squadra.
Se i motivi del contendere fossero davvero questi ultimi, non si capisce bene perché Papin non debba mettersi in linea con quanto richiesto dal club. Facendo salva l’autonomia di ogni allenatore infatti lo scopo principale della formazione B è quella di preparare i giocatori al salto in prima squadra. Concedere loro un minutaggio prestabilito o utilizzarli con funzioni simili a quelle che avrebbero con i grandi rientra quindi nei doveri del tecnico della categoria inferiore che, giova ricordarlo, in prima istanza dovrebbe lavorare non per se stesso ma per la società.
Buonasera, contenuti sempre interessanti, complimenti!
Le chiedo se è possibile un'analisi dell'Aberdeen di questo inizio stagione, anche perché non trovo nessuna piattaforma o altro per poter vedere le partite della Scottish Premiership. Lei sa indicarmi qualche possibile soluzione? Anche privatamente a
giacomossino@gmail.com
La ringrazio molto