Turno infrasettimanale N.1: Bienvenue à Paris!
La prima (di molte?) newsletter speciale de La Gabbia.
‹‹Dobbiamo imparare a giocare senza Kylian» aveva dichiarato qualche giorno fa Luis Enrique, in previsione anche dell’addio (da svincolato) del giocatore al Psg la prossima estate, come annunciato alla società e ai compagni lo scorso 15 febbraio (anche se mai dire mai, visto che si sono mosse anche le autorità politiche per chiedere a Mbappé di restare in Francia).
Detto fatto. Come già accaduto nella recente sfida contro il Rennes, anche nell’anticipo di venerdì con il Monaco il tecnico asturiano, ad un certo punto della gara, ha deciso di fare a meno del suo numero 7. Solo che contro i bretoni Mbappé era stato sostituito a trenta minuti dal termine. Stavolta invece, allo stadio Louis-II, Lucho ha richiamato in panchina il suo fuoriclasse alla fine del primo tempo.
Le immagini dell’attaccante del Paris-Saint-Germain nel tunnel e in tribuna accanto a suo madre hanno fatto presto il giro del mondo, rimettendo in moto le discussioni circa lo status attuale del giocatore nel club e riproponendo la tematica relativa alla sua gestione da qui alla scadenza del contratto con la società transalpina.
Nel dopo gara Luis Enrique è stato ovviamente interrogato sulla questione. Lo spagnolo ha risposto come aveva fatto in occasione della gara con il Rennes, sottolineando che la sostituzione del capitano all’intervallo è stata ‹‹al 100 % una decisione dell’allenatore›› e ribadendo nuovamente come ‹‹presto o tardi, ci dovremo abituare a giocare senza Kylian››.
La scelta di togliere dal campo il proprio giocatore più rappresentativo per sostituirlo con Randal Kolo Muani ha dunque agitato le acque in casa Psg, proprio alla vigilia della trasferta di Champions sul campo della Real Sociedad per la gara di ritorno degli ottavi della massima competizione europea per club.
Non un bel viatico per la squadra di Nasser al-Khelaïfi, anche il Psg è forte del 2-0 dell’andata. Il caso Mbappé rischia di contrassegnare tutta la seconda parte di stagione dei parigini. Il rapporto fra la società e il giocatore ha raggiunto il suo minimo storico.
La sensazione, vista da fuori, è che al-Khelaïfi stia usando tutte le armi di pressione a sua disposizione (da qui il già accennato incontro fra i due alla presenza di Emmanuel Macron e dell’emiro del Qatar) per cercare di far cambiare idea al giocatore in merito alla sua decisione di lasciare la Francia al termine di questa annata.
Nel caso in cui la missione di al-Khelaïfi dovesse fallire (probabile), il presidente del Paris Saint-Germain pare intenzionato a far ricadere su Mbappé tutte le ‘colpe’ della rottura (per quanto appunto si possa parlare di colpe riguardo a quella che è soltanto una decisione lavorativa di un libero professionista col contratto in scadenza).
Ma queste sono questioni che si valuteranno in estate. Quel che maggiormente interessa in questa sede è invece vedere come si svilupperanno i prossimi mesi per il calciatore e per il Psg. Contro il Monaco, Mbappé non ha certo giocato la sua miglior partita (zero palloni toccati nell’area monegasca), pur riportato in partenza nella sua posizione preferita di esterno sinistro d’attacco (dopo il periodo recente passato a giocare da centravanti). Non che, con lui sostituito, le cose siano migliorate. Il Psg ha infatti concluso la gara avendo prodotto un totale di appena 1.5 expected goals (xG).
Da parte parigina, il grande protagonista della sfida nel Principato è stato Gigio Donnarumma. Il portiere italiano ha infatti parato 6 tiri su 6, riuscendo ad evitare 1.6 gol sulla base della qualità delle conclusioni affrontate.
Tutto questo per dire che i problemi del Parsi non dipendono solo dalla situazione attuale del rapporto fra il club e Mbappé. Luis Enrique deve ancora trovare una precisa identità alla squadra. Il suo progetto è a medio termine, una novità per una società dove, di solito, si pretende sempre tutto e subito.
L’allenatore concede poco alle stelle, come prontamente puntualizzato dalla stampa francese ricordando i rapporti non sempre facili avuti in passato con Francesco Totti, Lionel Messi e, in nazionale, con Sergio Ramos (lasciato fuori dalla lista dei convocati per Qatar 2022).
A questi aggiungiamo Daniele De Rossi. Come non ricordare infatti il famoso episodio della tribuna di Bergamo, dove fu spedito l’attuale tecnico della Roma?
Mbappé e il suo entourage probabilmente non sono contenti di essere trattati come qualsiasi altro giocatore della rosa. Per loro però si tratta verosimilmente di portare pazienza per qualche altro mese. In questo senso, il chiarimento di sabato mattina (voluto e ottenuto dal giocatore) potrebbe aver siglato una sorta di tregua.
Più interessante sarà invece capire come si evolverà la squadra sotto la guida di un Luis Enrique alle prese con una transizione che, nel giugno prossimo, con la partenza del suo numero 7, si troverà a dover costruire una nuova identità dopo aver perso Neymar, Messi e Mbappé nel giro di due anni.
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