La WrestleMania di Gasperini
La vittoria dell'Atalanta e altre notizie importanti della settimana.
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Sovvertendo il pronostico e mettendo e portando al giusto coronamento otto anni di lavoro con il club, Gian Piero Gasperini ha issato l’Atalanta ai vertici del calcio continentale sconfiggendo (3-0) il Bayer Leverkusen nella finale di Europa League disputatasi a Dublino.
E lo ha fatto con una masterclass tattica che ha spento i sogni di perfect season (una intera stagione da imbattuti) del Bayer, caduto per la prima volta in stagione dopo cinquantuno partite da imbattuto.
Per centrare questo risultato storico Gasperini ha trasformato la partita dell’Aviva Stadium in una sorta di hell in a cell dal quale gli uomini di Xabi Alonso non sono riusciti a uscire.
Il pressing asfissiante portato avanti dai bergamaschi ha infatti distrutto il palleggio tedesco, mandando fuori giri l’attacco misto posizionale/relazionale dei neo campioni di Germania. In pratica, il sistema difensivo di marcature a tutto campo dell’Atalanta ha avuto la meglio nel confronto di stili col sistema di Alonso.
Nonostante un possesso medio di appena il 33%, la squadra di Gasperini ha soffocato sul nascere le iniziative avversarie, conquistando un gran numero di palloni nella metà campo tedesca.
E infatti il Leverkusen non è quasi mai riuscito ad essere pericoloso nel primo tempo, di fatto toccando soltanto quattro palloni nell’area di rigore atalantina. L’atteggiamento della squadra di Gasperini è stato quello che ci attendeva e anche Alonso si era organizzato di conseguenza.
Al termine della partita, come troppo spesso si fa si è giudicato negativamente il piano gara predisposto dallo spagnolo a causa del risultato finale. In realtà, l’ex centrocampista di Real Madrid e Bayern Monaco aveva preparato una strategia corretta. Alonso infatti aveva optato per Amine Adli come falso nueve, con Florian Wirtz e Jeremie Frimpong a supporto del marocchino.
L’idea del tecnico del Bayer era chiara: non dare punti di riferimento ai difensori nerazzurri (strategia classica contro i sistemi difensivi orientati sull’uomo) e allargare le maglie della difesa dell’Atalanta, specialmente attraverso il movimento di Wirtz e l’attacco aperto a destra di Frimpong.
Il piano gara era dunque congeniale al tipo di avversario che i tedeschi si apprestavano ad affrontare. A mancare è stata l’esecuzione con i giocatori del Bayer incapaci di uscire dal pressing atalantino e di risalire il campo.
Una difficoltà alla quale Alonso ha cercato di porre rimedio a inizio ripresa, inserendo un centravanti di ruolo (il nigeriano Victor Boniface) verso il quale poter alzare la palla nel tentativo di superare la prima pressione rivale.
E, in effetti, la situazione è migliorata nella ripresa. Solo che il Bayer aveva già due reti da dover recuperare e, in ogni caso, non riusciva a fare abbastanza per riaprire una partita che poi il terzo gol personale di Ademola Lookman chiudeva definitivamente.
Insomma, non c’è stato un overthinking da parte di Alonso. Semplicemente, stavolta il modello di calcio a pressione uomo contro uomo proposto da Gasperini ha avuto la meglio su quello più orientato al controllo di Alonso.
La lista di Luciano
È uscita la lista dei giocatori convocati da Luciano Spalletti per il raduno della nazionale in vista dei prossimi Europei. Il totale di trenta nomi dovrà essere ridotto di quattro unità per arrivare poi alla rosa definitiva di ventisei.
Fra gli esclusi eccellenti, il nome che spicca maggiormente è quello di Manuel Locatelli. Il centrocampista della Juve paga la stagione in chiaroscuro della Juve e un utilizzo (da schermo difensivo) che ne ha limitato molto le attitudini al palleggio e agli inserimenti in avanti.
Lo stupore per l’esclusione di uno dei protagonisti della cavalcata europea di tre anni fa è poi acuito dal fatto che, in lista, siano presenti Michael Folorunsho e Samuele Ricci. Anche quest’ultimo non viene fuori da una grande stagione mentre per quanto riguarda Folorunsho è vero che il veronese ha caratteristiche peculiari non riscontrabili negli altri centrocampisti ma è altrettanto evidente come il salto dalla bassa Serie A all’Europeo (se dovesse rientrare nei ventisei convocati finali) non sarà roba da poco.
Sorprendente è anche la mancata convocazione di Giacomo Bonaventura. Il centrocampista viola è stato uno degli elementi migliori della Fiorentina di Vincenzo Italiano, oltre ad essere elemento di grande personalità e di presenza in zona di rifinitura e finalizzazione, caratteristiche che fra i chiamati da Spalletti il solo Lorenzo Pellegrini ha.
Da valutare infine se Nicolò Fagioli verrò confermato fra coloro che partiranno per la Germania, dopo un anno di assenza per i noti problemi di ludopatia.
Sul campo, con questi nomi, l’impressione è quella di una virata verso un sistema con la difesa a tre. Il che potrebbe aprire la strada anche ad una soluzione offensiva con Gianluca Scamacca e Mateo Retegui contemporaneamente in campo in attacco, magari con Pellegrini a supporto. Ipotesi alternativa a quella apparentemente più probabile con il genoano o l’atalantino da centravanti unico e il supporto di qualche giocatore più esterno da scegliere fra i vari Federico Chiesa, Stephan El Shaarawy, Riccardo Orsolini e Mattia Zaccagni.
Bayern&Kompany
Altra settimana e altro allenatore accostato al Bayern. Stavolta il nome uscito dovrebbe però essere quello giusto. Stiamo parlando di Vincent Kompany, da più parti accreditato come il prossimo tecnico della squadra di Monaco di Baviera.
L’ex giocatore del City è reduce da un biennio nel quale ha conquistato la promozione in Premier col Burnley per poi subire l’immediata retrocessione in Championship dopo solo una stagione.
Detto che il livello del gioco messo in mostra dagli inglesi durante l’anno della promozione è stato di lato livello e che è sempre più difficile per una neopromossa salvarsi in Premier (quest’anno sono retrocesse tutte e tre le squadre che erano salite la stagione precedente), la scelta di Kompany resta a dir poco sorprendente.
Certamente, in questa scelta non usuale hanno avuto un peso i rifiuti ricevuti dal Bayern da parte di alcuni tecnici (Xabi Alonso, Julian Nagelsmann, Ralf Rangnick), la decisione di Thomas Tuchel di non tornare sui suoi passi e di confermare quindi l’addio annunciato a febbraio, la difficoltà nell’arrivare ad alcuni obiettivi (Oliver Glasner) e la volontà di non andare su altri nomi ventilati dalla stampa (Hansi Flick e Roberto De Zerbi).
A quel punto, non rimanevano molti altri candidati. Kompany però sembra più una soluzione di ripiego. Il rischio che si assume il club bavarese è dunque grande. Sul piano del gioco invece dovrebbe esserci continuità fra il calcio espresso dal Bayern con Tuchel e quel modello posizionale che Kompany ha messo in mostra al Burnley durante la stagione di Championship.
Sì Lopetegui
E così alla fine Julen Lopetegui ha trovato casa. Lo spagnolo è stato infatti annunciato dal West Ham come successore di David Moyes, che ha lasciato il club londinese al termine di questa stagione.
Quella del London Stadium è una grande occasione per Lopetegui: l’ex tecnico di Siviglia, Real Madrid e nazionale spagnola avrà infatti la possibilità di lavorare in un club economicamente solido, con la prospettiva di mettere a tacere le critiche che si sono riversate su di lui ogni qual volta che, nelle ultime settimane, il nome del cinquantasettenne di Asteasu è stato accostato a questo o quel club in giro per l’Europa.
Non si è infatti spenta da molto l’eco dell’hashtag Nopetegui (lanciato dai tifosi del Milan per protestare contro l’eventualità che il club di proprietà di RedBird nominasse lo spagnolo nuovo tecnico dei rossoneri) che anche i fans degli Hammers hanno fatto sentire la loro voce contraria all’arrivo di Lopetegui sulla panchina del club inglese.
Per i tifosi del West Ham infatti la scelta migliore come guida tecnica della squadra nella prossima stagione sarebbe stata quella di Ruben Amorim o, in alternativa, data l’alta clausola rescissoria che lega il portoghese allo Sporting Lisbona (€15 milioni), la conferma di Moyes, allenatore che una stagione fa ha condotto gli Hammers alla vittoria della Conference League (in finale contro la Fiorentina) e a tre piazzamenti fra le prime quattro posizioni in campionato durante la sua gestione.
Ma Lopetegui merita davvero tutto questo ostracismo? La sua ultima esperienza in panchina, proprio in Inghilterra, è stata positiva: Lopetegui ha raccolto un anno un Wolverhampton in profonda crisi e a rischio retrocessione, conducendolo ad un ottimo tredicesimo posto finale in un campionato competitivo come la Premier.
I dubbi dei support del West Ham (e del Milan prima di loro) non riguardano però tanto il percorso svolto da Lopetegui con i Wolves, quanto invece la sua carriera precedente. A chi sostiene che il basco abbia vinto una Europa League (nel 2020), i critici rispondono che col Siviglia hanno trionfato un po' tutti nella seconda competizione europea per club.
A chi fa notare il percorso virtuoso con cui Lopetegui ha qualificato la Spagna ai Mondiali del 2018 (vincendo un girone a spese dell’Italia), viene sottolineato il fatto che poi l’allenatore venne esonerato dall’ex presidente federale Luis Rubiales alla vigilia della coppa del Mondo a causa di un accordo che Lopetegui aveva firmato per prendere la guida del Real una volta concluso il torneo iridato.
Se si afferma che a Stratford arriva un allenatore che ha guidato il Real in Champions League si ribatte infine come l’avventura di Lopetegui a Madrid sia durata appena 138 giorni, prima di essere esonerato.
Insomma, l’ingaggio di Lopetegui può venir interpretato indifferentemente con la metafora del bicchiere, mezzo pieno o mezzo vuoto a seconda di come lo si guardi. Quello che appare invece certo è il fatto che il nuovo manager cambierà l’approccio di una squadra che, sotto Moyes, era alquanto reattiva e diretta. Lopetegui cercherà un possesso più paziente all’interno di una proposta complessivamente più offensiva rispetto a quella del suo predecessore.
Per venire incontro alle esigenze del basco il West Ham dovrà intervenire sul mercato. A maggior ragione se la squadra londinese dovesse perdere per squalifica il brasiliano Lucas Paquetá.