Il presidente del PSG Nasser al-Khelaïfi ha ufficialmente introdotto Luis Enrique come nuovo allenatore dei parigini. L’ex commissario tecnico della nazionale spagnola prende così il posto di Christophe Galtier, esonerato dopo una sola stagione e alle prese con questioni extra campo.
La nomina di Luis Enrique come nuovo allenatore del Paris può essere interpretata (e così ha fatto la stampa francese) come una decisione presa da Doha, in contrapposizione a quella di Galtier. Quest’ultima nomina, l’anno passato, era invece stata frutto della volontà di Luis Campos, direttore sportivo del club.
Tuttavia, sembra che Campos abbia comunque voluto mettere bocca almeno nella composizione di una parte dello staff di Luis Enrique, segnatamente imponendo i due preparatori (spagnoli) già imposti precedentemente a Galtier (Pedro Gomez e Alberto Piernas), ottenendo dal tecnico asturiano la permanenza del video analista Isidro Ramon e, soprattutto, cercando di far rimanere anche l’amico Joao Sacramento, portoghese ex assistente di José Mourinho alla Roma.
Su quest’ultimo punto l’ha avuta vinta Luis Enrique: Sacramento non resterà al Psg. Tutti questi aspetti riguardano la struttura intorno al campo, là dove Luis Enrique cercherà di replicare quanto di buono fatto quando era l’allenatore del Barcellona. Sotto la sua guida infatti i catalani hanno anche realizzato il triplete (Liga, coppa del Re e Champions) nel 2015. Di quella squadra Luis Enrique ritroverà Neymar.
È chiaro che è presto per capire come si organizzerà il Psg. Dobbiamo aspettare l’evolversi del mercato, compresa la soluzione della questione legata a Kylian Mbappé. L’attaccante francese è nel mirino del Real Madrid e al-Khelaïfi è stato chiaro nella conferenza di presentazione del nuovo allenatore: se vuole restare a Parigi, Mbappé deve rinnovare il contratto in scadenza nel giugno del 2024.
Dal punto di vista tattico invece è lecito attendersi una versione più offensiva e più organizzata rispetto al Psg visto con Galtier. Luis Enrique è adepto del gioco di posizione e questa dovrebbe essere la linea guida della sua versione dei parigini.
D’altronde proprio il nuovo tecnico ha detto che «l'identità offensiva non è negoziabile».
Sarà poi interessante vedere come Luis Enrique si relazionerà con le stelle della squadra. A Roma non si fece problemi a mettere in panchina Francesco Totti o a mandare in tribuna Daniele De Rossi. In caso di decisioni simili sarà necessario che l’ex allenatore della Spagna abbia l’appoggio della proprietà.
Un altro aspetto del quale si è parlato è quello relativo al rapporto con i media. L’asturiano molto probabilmente non replicherà le live Twitch viste durante i Mondiali. Però il suo rapporto con i media rappresenta comunque un punto interrogativo.
Fin dall’epoca dell’esperienza romana Luis Enrique ha infatti mostrato poca accondiscendenza verso i media, sempre pronto a dire la sua. Un carattere fermo che si è rivisto anche nella gestione della comunicazione come tecnico della Spagna (2018-2022).
Hombre vertical, lo spagnolo arriva in una situazione solo apparentemente favorevole. Infatti, oltre la pressione derivante dal fatto di allenare un club di questa levatura, c’è da aggiungere che certa stampa francese non è mai stata tenera col Psg da quando, nel 2011, il club è passato sotto la guida della Qatar Sports Investments.
In questo senso, ogni minimo errore sarà un pretesto per contestare anche questa gestione tecnica.
E se Onana partisse?
Qualora dovesse concretizzarsi la cessione di André Onana al Manchester United, che farebbe seguito alla partenza di Marcelo Brozović per l’Arabia Saudita, l’Inter si troverebbe nella non facile situazione di dover sostituire due fonti di gioco non indifferenti nel sistema tattico di Simone Inzaghi.
Se per il centrocampista croato la strada sembra già tracciata (con l’utilizzo di Hakan Çalhanoğlu da play) la sostituzione del portiere camerunense presupporrebbe un bel lavoro di analisi e scouting per trovare un profilo adatto.
Da questo punto di vista, vista proprio l’importanza di Onana a livello di gestione palla e prima costruzione, un nome non particolarmente noto ma non per questo meno valido sarebbe quello di Yehvann Diouf.
Il francese del Reims si è distinto nell’ultima stagione di Ligue 1 sia a livello difensivo che, appunto, con il pallone fra i piedi.
A livello difensivo stiamo infatti parlando del sesto portiere del campionato francese per gol evitati (4.59), dato che ha contribuito alla buona stagione della squadra guidata dal belga William Still.
Ma è soprattutto con i piedi che il ventitreenne nativo dell’dell'Île-de-France si è particolarmente distinto. A livello di gioco sul lungo è stato The Athletic a raccogliere i suoi dati, inserendolo in una lista di possibili nuovi numero 1 per Erik ten Hag (proprio l’allenatore che vorrebbe portare Onana a Old Trafford). Secondo quanto riportato dal media inglese, la percentuale di riuscita di Diouf nei passaggi oltre i 32 metri di lunghezza è stata molto buona (49%).
La distribuzione per lui in questa stagione è stata molto laterale e in questo, in un ipotetico passaggio all’Inter, dovrebbe essere ricondizionato dato che Onana nel sistema di Inzaghi ha utilizzato molto anche la soluzione centrale alla ricerca delle due punte.
A me avevano impressionato altri dati riguardanti alle qualità del francese in fase di possesso (reperibili su Fbref), relativi alla percentuale di riuscita dei passaggi sul medio (fra 12 e 25 metri circa) e sul corto (fra i 4 ed i 12 metri circa).
Per quanto riguarda i primi, la percentuale di riuscita di Diouf è stata del 98.7%, praticamente identica a quella di Onana (98%). Nel secondo caso il dato del francese (99%) è comunque in linea con quello del camerunense (100%).
In base a quanto scritto quindi Diouf potrebbe rivelarsi presto come l’ennesimo talento non pubblicizzato presente in Ligue 1 e pronto a provare il salto in un contesto di livello superiore.
Reijnders
Fra i nomi che sembrano vicini al Milan, per quella che sarà una vera e propria rivoluzione in mediana, c’è anche quello di Tijjani Reijnders. L’olandese, classe 1998, arriverebbe dall’AZ Alkmaar e rappresenterebbe il rimpiazzo ideale di Sandro Tonali, recentemente ceduto al Newcastle.
Dal punto di vista tecnico e dei dati stiamo parlando di un centrocampista box-to-box, entrato nella classifica dei primi dieci giocatori dell’Eredivisie per numero totale di passaggi effettuati (1908).
La percentuale di riuscita di questi passaggi (88.8%) e la media di passaggi progressivi prodotti per 90 minuti (7.60) danno l’idea di un elemento che può contribuire in fase di costruzione. Nell’ultima stagione Reijnders è risultato essere anche il miglior giocatore della sua squadra per expected threat (xT) su corsa, con 2.01 (quinto nel campionato).
A questi dati vanno aggiunti i 25 uno-due aperti dall’olandese, a riprova delle sue qualità associative. Considerando anche i 4 gol realizzati e i 7 assist prodotti vediamo come ci troviamo davanti ad un giocatore in grado di essere efficace anche negli ultimi trenta metri di campo.
Qui di seguito propongo due spider chart prodotte da Soccerment, relative alla stagione appena conclusa da parte di Tonali e Reijnders.
Come si vede, l’olandese appare un giocatore più completo dell’italiano. Resta ovviamente da capire, in caso di arrivo, come Reijnders si adatterà al contesto italiano e ad una squadra rinnovata come il Milan.