Il ritorno di Rudi Garcia
De Laurentiis ha scelto il francese come sostituto di Luciano Spalletti alla guida del Napoli.
Nelle scorse settimane il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha vagliato diverse candidature per la sostituzione di Luciano Spalletti sulla panchina dei campioni d’Italia. In un primo momento il favorito per la successione pareva essere Christophe Galtier.
Tuttavia, per arrivare a Galtier era fondamentale che il tecnico nativo di Marsiglia fosse in grado di liberarsi dall’accordo in essere col Psg. Questo è il motivo per il quale l’avvocato del tecnico, Olivier Martin, è costantemente in contatto con i dirigenti del club parigino, vale a dire proprio per trattare una veloce uscita dalla società di Nasser Al-Khelaïfi.
Uscita che, secondo quanto riportato dal Le Parisien, dovrebbe portare nelle tasche dell’ex Saint-Étienne una cifra di circa 6 milioni. I tempi potrebbero essere lunghi o, comunque, tali sono stati considerati da De Laurentiis, che aveva fretta di riempire la casella relativa all’allenatore prima di passare ad una campagna acquisti e cessioni che potrebbe vedere anche qualche pezzo da novanta (Kim Min-jae? Victor Osimhen?) lasciare Napoli.
Così, alla fine, il proprietario del club partenopeo ha optato per Rudi Garcia, annunciato tramite tweet.
L’ex allenatore della Roma torna dunque in Italia dopo l’esperienza giallorossa (2013-2016), contrassegnata da luci e ombre. Dopo la capitale d’Italia Garcia ha visto la propria carriera fare tappa a Marsiglia, Lione e in Arabia Saudita, dove ha allenato l’Al-Nassr. L’avventura in terra araba non è finita bene (esonero ad aprile 2023), ma almeno ha permesso a Garcia di poter lavorare per qualche mese con Cristiano Ronaldo.
Fra Roma e l’Arabia il cinquantanovenne tecnico nativo di Nemours ha dunque avuto l’opportunità di tornare in patria per allenare OM e OL. A Marsiglia Garcia venne scelto dal club poco tempo dopo l’arrivo del nuovo proprietario, il tycoon americano Frank McCourt.
La prima stagione in Provenza (2016-2017) è positiva: Garcia eredita una situazione difficile dal precedente allenatore (Franck Passi) subentrando a stagione in corso e guidando l’Olympique Marsiglia ad un quinto posto utile per la qualificazione all’Europa League dell’anno successivo.
La campagna europea si rivelerà un successo, con il Marsiglia che passa i gironi ed elimina Braga, Athletic Bilbao e Salisburgo prima di arrendersi in finale all’Atlético Madrid. In campionato i marsigliesi arrivano quarti.
L’anno dopo Garcia non si ripete e la sua squadra, che finisce quinta in Ligue 1, viene eliminata in Europa nella fase a gironi.
Nell’ottobre del 2019 Garcia torna in pista subentrando a Sylvinho alla guida del Lione. L’annata 2019-20 è quella dell’exploit in Champions, competizione nella quale l’OL riesce a fare fuori sia la Juventus di Maurizio Sarri che il Manchester City di Pep Guardiola per poi cedere in semifinale al Bayern Monaco. In campionato però il Lione arriva solo settimo, rimanendo fuori dall’Europa. La stagione successiva arriva un quarto posto.
Le avventure di Garcia con OL e OM sono quindi valutabili sia positivamente che negativamente, a seconda dei punti di vista. ‹‹Alcuni diranno che non ha prodotto molto, che forse Garcia non ha soddisfatto le attese, altri sosterranno che ha raggiunto una semifinale di Champions col Lione ed una finale di Europa League col Marsiglia. Inoltre ha migliorato diversi giocatori (Ocampos, Anguissa…)›› dice Thymoté Pinon, tattico de L’Équipe.
Che tipo di allenatore arriva quindi a Napoli? Dal punto di vista della gestione del gruppo e della comunicazione, già durante l’esperienza romana Rudi Garcia aveva mostrato caratteristiche da capopopolo.
Come risultati, nella sua esperienza romana ha raggiunto due volte il secondo posto, anche se a molta distanza da una imprendibile Juve. Nel terzo anno, stagione iniziata con due preparatori atletici americani imposti dalla società al suo staff, arriverà l’esonero dopo un periodo nero caratterizzato da una sola vittoria ottenuta in dieci partite.
Dal punto di vista tecnico e tattico stiamo parlando di un allenatore pragmatico, che ha sempre cercato di adattarsi al materiale umano a disposizione e al contesto gara. ‹‹A Rudi piace progettare piani partita, ma è più pratico di altri allenatori che hanno una idea esatta del modo in cui vogliono che la loro squadra giochi›› conferma Pinon.
Da ricordare comunque come Garcia sia stato in grado di trovare contromisure efficaci al gioco posizionale e fluido proposto per la prima volta in Italia da Paulo Sousa alla Fiorentina.
Detto questo, il punto di partenza dovrebbe comunque essere il 4-3-3. D’altra parte il centrocampo a tre è stato spesso parte importante delle squadre di Garcia. Lo era a Lilla (con Balmont, Mavuba e Cabaye) così come a Roma (con De Rossi, Pjanić e Strootman).
È comunque probabile che Garcia vada a declinarlo in modo diverso da quello misto posizionale/funzionale di Spalletti.
Per Pinon ‹‹tatticamente la filosofia di Garcia potrebbe sposarsi bene con quella del Napoli, proprio perché al francese piace il 4-3-3 e perché sa come garantire libertà ai suoi giocatori offensivi››.
‹‹Possiamo pensare che darà continuità tatticamente, sapendo che si potrà giocare con un giocatore davanti la difesa o con un giocatore dietro l’attaccante centrale (4-2-3-1). Sono le qualità dei giocatori che ti permettono di cambiare il centrocampo›› afferma Frédéric Bompard, storico ex vice di Garcia.
Avrà successo? Ovviamente è presto per dirlo. Bisognerà vedere che progetto tecnico troverà, col Napoli che, come detto in apertura, dovrebbe operare qualche cessione pesante. Bisognerà quindi capire come la società andrà a sostituire gli eventuali big in partenza.
‹‹Sarà difficile fare meglio di quest’anno, perché il Napoli ha finito il campionato con 90 punti, con l’attacco e con la difesa migliori del campionato›› aggiunge Bompard. ‹‹Per me il presidente del Napoli ha fatto una buona scelta. Rudi vuole tanto vincere la Champions e farà di tutto per vincerla e per fare bene in campionato. Inoltre parla perfettamente italiano e conoscere bene il campionato. Ha sempre fatto risultati. È bravo come allenatore!!!!›› conclude Bompard.
L’ex romanista non era la prima scelta di De Laurentiis e anche questo fattore potrebbe avere il suo peso, soprattutto in termini di pazienza se i risultati non dovessero arrivare subito. Per non far rimpiangere l’allenatore campione d’Italia Garcia dovrà poi evitare gli alti e bassi che spesso in passato hanno caratterizzato le sue gestioni nei vari club in cui ha lavorato.
A proposito di Ligue 1…
Una recente intervista di Kylian Mbappé, rilasciata alla Gazzetta dello sport, alimenta ulteriormente le voci di una separazione fra l’asso francese ed il suo attuale club, il Psg.
Infatti, nonostante le assicurazioni dell’attaccante (relative alla sua volontà di giocare con i parigini anche nella prossima stagione), la decisione recentemente comunicata alla società dello sceicco Nasser al-Khelaïfi di non voler far scattare la clausola che gli permetterebbe di prolungare il contratto con i campioni di Francia lascia all’estate del 2024 la scadenza del legame fra Mbappé ed il Psg.
In parole povere il club transalpino rischia di perdere il giocatore a costo zero fra un anno. Per evitare questo si è cominciato a parlare nelle ultime settimane della possibilità che la squadra francese possa vendere il suo campione in questo calciomercato. Cosa non facile da fare visto che l’eventuale acquirente dovrebbe soddisfare sia le esigenze del Psg (condizionate dalla scadenza ormai prossima) sia quelle del giocatore.
Fra l’altro la stessa compagine parigina ha già perso Lionel Messi, volato all’Inter Miami. Non un buon timing per una Ligue 1 che fra due mesi deve lanciare la gara per i diritti televisivi del periodo 2024-2028.
Al di là degli aspetti economici riguardanti l’intero campionato francese, ci sono delle considerazioni tecniche da fare. Soprattutto alla luce del fatto che, a dispetto delle dichiarazioni di Mbappé (‹‹non ho chiesto di essere ceduto o di andare al Real Madrid››) la società di Florentino Pérez sarebbe pronta a fare un’offerta importante per il giocatore questa estate.
Senza più Messi ed eventualmente senza Mbappé il Psg potrebbe cambiare strategia, con un approccio più logico per quanto riguarda la costruzione della squadra, puntando sul gruppo e non solo sui singoli. Detto questo, molti vedrebbero la partenza del ventiquattrenne nazionale transalpino ed il cambio di marcia sul mercato come un disimpegno da parte della Qatar Sports Investments, proprietaria del club dal 2011.
Tuttavia, un ridimensionamento dei costi non equivarrebbe necessariamente ad una exit strategy. Certamente bisognerà vedere che direzione tecnica prenderà la società, a partire dalla scelta del tecnico che sostituirà Galtier in panchina.
Julian Nagelsmann appariva inizialmente il favorito per la successione. Nelle ultime ore però il tedesco si è allontanato e sono tornate in auge le piste che portano a Luis Enrique e Thiago Motta.
Berhalter is back
Gregg Berhalter torna sula panchina della nazionale statunitense con un nuovo contratto che lo lega alla U.S. Soccer Federation fino ai mondiali casalinghi del 2026.
Finisce così la storia che ha coinvolto il quarantanovenne tecnico americano e che lo aveva portato ad essere indagato dalla USSF per violenze domestiche. Queste ultime erano state rivelate alla federazione dai genitori di Gio Reyna, insoddisfatti per lo scarso minutaggio e le critiche ricevute dal figlio.
Dal punto di vista tecnico, visti i risultati, la scelta di richiamare Berhalter ha un suo perché. Lo USMNT (la nazionale USA) è migliorato sotto la guida dell’ex difensore e molti giocatori devono a lui il buon torneo iridato disputato.
Inoltre, le alternative (Jesse Marsch, Patrick Vieira) non apparivano convincenti. Certamente restano dei dubbi. Il primo riguarda il gioco. Berhalter ha sempre voluto costruire la squadra intorno al possesso, salvo poi accorgersi che gli statunitensi continuano a dare il meglio praticando il loro tradizionale calcio fatto di pressione forte e transizioni rapide. Cosa farà quindi ora il c.t.? Continuerà sulla strada intrapresa o proverà a cambiare il modo di giocare della nazionale?
A queste domande si aggiunge la questione riguardante i rapporti con il già citato Gio Reyna. Berhalter dovrà provare a ricostruirli, non potendo facilmente rinunciare ad uno dei giocatori di maggior talento di questa generazione.
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