
Altra settimana e…altra sconfitta in Champions League del Psg. Quella sofferta a Monaco di Baviera in casa del Bayern (1-0) lascia i transalpini sul ciglio di una eliminazione precoce che avrebbe del sorprendente. Per evitare simile destino, i campioni di Francia dovranno sistemare le cose alla svelta, tenuto anche conto del fatto che gli avversari che restano da affrontare in Europa si chiamano Salisburgo, Manchester City e Stoccarda.
Sul banco degli imputati, da parte della stampa francese, è finito Luis Enrique. Anche se la partenza di Kylian Mbappé direzione Madrid ha finito per indebolire il potenziale offensivo della squadra, è innegabile come i problemi in essere vadano al di là dell’addio dell’attaccante. Di molti di questi problemi abbiamo già parlato in passato su lagabbiadiorrico, la casa italiana della Ligue 1.
La sfida dell’Allianz Arena non ha fatto altro che confermarli. Luis Enrique ci ha aggiunto del suo presentandosi senza un centravanti, né uno vero come Marco Asensio o Gonçalo Ramos (entrati poi dalla panchina a gara in corso) né col falso nueve (come poteva essere il sudcoreano Lee Kang-in), scegliendo invece la soluzione con le due ali Ousmane Dembélé e Bradley Barcola aperte in prima linea, davanti al rombo di centrocampo.
L’effetto è stato disastroso. Basti pensare al fatto che, insieme, Dembélé e Barcola hanno messo insieme zero dribbling. In base ai dati riportati da whoscored, meglio dei due attaccanti francesi ha fatto il portiere tedesco Manuel Neuer, che è riuscito a realizzarne uno.
Se a questo aggiungiamo lo zero registrato, sempre in termini di dribbling riusciti, anche da Warren Zaïre-Emery et Fabián Ruiz, ci rendiamo conto delle difficoltà offensive del Psg. I transalpini non sono mai stati pericolosi in attacco e la partita è stata in controllo del Bayern, ben più di quanto dica il 57% di possesso realizzato dai tedeschi.
A parte la prestazione e le scelte in avanti, a lasciare perplessi è stata anche un’altra decisione presa da Luis Enrique, vale a dire quella di schierare come portiere titolare Matvej Safonov. Già l’acquisto del russo (la scorsa estate dal Krasnodar per €20 milioni) aveva sorpreso molti, data la presenza in rosa di Gianluigi Donnarumma. L’italiano evidentemente non ha convinto Lucho, soprattutto per le ben note difficoltà nel gioco con i piedi, fondamentale per un portiere da utilizzare in un rigido sistema posizionale come quello adottano dal tecnico asturiano.
Perplessità rinvigorite dall’errore commesso dall’ex Milan in occasione della rete decisiva realizzata da Ángel Correa nella sfida persa dal Psg contro l’Atlético Madrid nella giornata precedente.
Così, contro il Bayern, l’allenatore dei parigini ha preferito puntare su Safonov, già promosso titolare lo scorso weekend in campionato contro il Tolosa. Il risultato però non è stato dei migliori, con il russo complice della rete del Bayern realizzata dall’ex napoletano Kim Min-jae.
Come si comporterà Luis Enrique nel prosieguo della stagione? Alternerà i due portieri in funzione del tipo di avversario da affrontare? Tornerà a Donnarumma come titolare (come fatto in occasione dell’anticipo col Nantes)? Insisterà su Safonov?
È, questo, un altro dei dilemmi che lo spagnolo dovrà risolvere velocemente. Come detto in apertura, al Psg mancano ormai soltanto tre partite per evitare una eliminazione dalla Champions che sarebbe disastrosa.
Provaci ancora Ruud!
Ok, alla fine Ruud van Nistelrooy non ci ha messo troppo per tornare in Premier come capo allenatore dopo il periodo da traghettatore trascorso al Manchester United fra l’esonero di Erik ten Hag e l’arrivo di Rúben Amorim.
L’ex attaccante della nazionale olandese è stato infatti scelto dal Leicester City per sostituire l’esonerato Steve Cooper. Il nuovo tecnico avrà così la possibilità di riprendere un lavoro che, parentesi con lo United a parte, lo aveva visto precedentemente impegnato anche sulla panchina del PSV Eindhoven.
Il lavoro che van Nistelrooy dovrà fare sul campo è molto. Il Leicester che riceve in eredità da Cooper è infatti una squadra in crisi di risultati e di gioco, come lo stesso nuovo allenatore ha potuto notare assistendo dalla tribuna alla sconfitta di ieri contro il Brentford (Ruud verrà presentato ufficialmente lunedì ed esordirà nella prossima gara contro il West Ham).
I calciatori non sono riusciti ad adattarsi al passaggio da Enzo Maresca (che ha riportato le Foxes in Premier al termine della scorsa stagione) a Cooper. A livello difensivo il Leicester è oggi una delle peggiori difese del campionato inglese, con 27 gol subiti. In fase offensiva, il dato Opta relativo ai non-penalty expected goals (NPxG) era il secondo peggiore della lega con 10.47 prima di questo weekend. Insomma, le Foxes hanno palesato problemi in entrambe le metà campo.
Vedremo che tipo di calcio proporrà van Nistelrooy. Se, cioè, proverà a installare un modello di classica scuola olandese o se invece adotterà un sistema più reattivo. Il suo PSV lavorava a partire da un 4-3-3 di base con un’attenta costruzione dal basso, volta a sfruttare i canali centrali del campo, per andare poi a sviluppare lungo le corsie esterne.
In medio stat virtus
Che impatto sta avendo il nuovo format della Champions League sulle squadre non di primissima fascia? Anche se mancano ancora tre giornate alla fine del primo turno, questo è un quesito che vale la pena cominciare a porsi. È quello che ha fatto recentemente The Athletic e che, in questa sede, vogliamo fare anche noi.
In questo senso, com’è noto, mentre col vecchio formato uscivano dai gironi soltanto sedici squadre, con la nuova struttura sono qualificate al turno ad eliminazione diretta le prime otto della classifica generale più le formazioni classificate dal nono al ventiquattresimo posto.
Queste ultime spareggeranno per riempire gli altri otto slot disponibili per gli ottavi. In conseguenza di ciò, alla fase ad eliminazione con gare di andata e ritorno accederanno ben ventiquattro squadre. Il che significa che molte delle formazioni attualmente impegnate nella seconda metà della classifica generale rimarranno in corsa fino all’ultimo per prolungare la loro permanenza nella competizione.
Compagini come Shakhtar Donetsk, Sturm Graz, Sparta Praga o Stella Rossa Belgrado, che presumibilmente col vecchio format avrebbero avuto poche possibilità di giocare più partite rispetto a quelle previste al primo turno, hanno ora l’opportunità di andare avanti.
Certo, a influire è anche il calendario. Molte di queste squadre hanno infatti un calendario più agevole rispetto a quello che avrebbero dovuto affrontare col vecchio sistema a gruppi da quattro.
Ma tant’è. La rivoluzione operata dalla Uefa, oltre a favorire big match anche nel primo turno, ha reso più interessante anche le sfide delle piccole, che spesso si possono ritrovare a giocare contro squadre di pari livello, dando vita a partite più equilibrate.
Come sta l’Aston Villa
Una rete di Morgan Rogers annullata da VAR nel finale di partita ha negato all’Aston Villa la vittoria sulla Juventus di Thiago Motta nella partita di Champions disputata mercoledì scorso. Francamente sarebbe stato troppo. E questo perché né i Villans né i bianconeri hanno fatto abbastanza per meritarsi l’intera posta in palio.
Di per se stessa quindi la sfida del Villa Park ha riproposto la questione relativa ai confronti fra sistemi posizionali rigidi, sempre più simili a quelle partite che, sul finire degli anni Ottanta e nei primi Novanta, vedevano contrapposte formazioni che utilizzavano il 4-4-2 a zona e che risultavano spesso essere estremamente noiose.
Offensivamente entrambe le squadre hanno dunque prodotto poco. L’Aston Villa deve poi ringraziare Emiliano Martínez per la provvidenziale parata che ha impedito a Francisco Conceição di segnare un gol che sembrava già fatto.
Rispetto alle ultime uscite comunque Emery può essere soddisfatto. La sua squadra ha infatti dimostrato di essere in grado di controllare la partita anche lasciando la maggioranza del possesso (54%) all’avversario.
Questo controllo però, pur funzionando a livello difensivo (i Villans in cinque partite di coppa Campioni hanno subito solo la rete causata dal rigore di Tyrone Mings contro il Cercle Brugge) rischia di essere eccessivo dal punto di vista offensivo. Ad oggi in base ai dati Fbref infatti l’Aston Villa si trova nella parte bassa della graduatoria della Champions per quanto riguarda gli expected goals prodotti con un dato di appena 5.3 xG.
Se Emery riuscirà a far esprimere meglio in attacco la sua squadra, l’Aston Villa potrebbe diventare una delle sorprese della stagione europea di quest’anno.