«Provare a tornare dove il club merita di essere». Si è presentato così alla stampa e ai tifosi Fabio Grosso, nuovo tecnico dell’Olympique Lione. Il tutto, in un perfetto francese. Questo perché il campione del mondo con l’Italia nei Mondiali del 2006 è già stato in Francia, da giocatore e proprio a Lione, nel periodo compreso fra il 2007 e il 2009, quando attraversò le Alpi per sostituire Éric Abidal (partito per Barcellona).
Si trattava però di un altro periodo storico per la compagine della città bagnata dal Rodano. A quell’epoca infatti il Lione era quello che oggi è il Paris Saint-Germain, vale a dire la formazione che dominava la Ligue 1. Infatti, dalla stagione 2001-02 a quella 2007-08 l’OL ha inanellato sètte titoli di campione di Francia vinti consecutivamente.
La situazione nella quale arriva oggi Grosso è invece profondamente cambiata. Da quando, nel 2019, è partito Bruno Génésio (attuale allenatore del Rennes), il Lione non ha più trovato una stabilità tecnica, se si eccettua forse il periodo con Rudi Garcia alla guida della squadra.
I risultati sono stati al di sotto delle aspettative e, quest’anno, il club si è trovato anche nel bel mezzo di un cambio di proprietà che ha visto uscire di scena lo storico presidente Jean-Michel Aulas a favore del tycoon americano John Textor, co-proprietario anche del Crystal Palace oltre che proprietario dei brasiliani del Botafogo e dei belgi dell’R.W.D. Molenbeek.
Un’acquisizione, quella di Textor, che non è stata affatto tranquilla e che ha lasciato degli strascichi fra lo statunitense e Aulas. In più, la DNCG (in pratica la COVISOC francese) è intervenuta in estate obbligando il Lione ad abbassare la propria massa salariale per motivi di bilancio. Per questo motivo nell’ultima sessione estiva di calciomercato l’OL si è trovato costretto a cedere i vari Bradley Barcola (al Psg per €45 milioni), Castello Lukeba (RB Lipsia, €30 milioni), Romain Faivre (Bournemouth, €15 milioni), Thiago Mendes (Al-Rayyan, Qatar, €4.21 milioni) e Karl Toko Ekambi (Abha, Arabia Saudita, €1.2 milioni).
Nonostante queste cessioni (alle quali va aggiunto il mancato rinnovo di Houssem Aouar, accasatosi alla Roma) il Lione si è presentato ai nastri di partenza di questa annata di Ligue 1 con una rosa di tutto rispetto, potendo contare ancora su Maxence Caqueret e Corentin Tolisso a centrocampo, sul talentino di origine algerina Rayan Cherki, sul difensore croato Duje Ćaleta-Car (arrivato in prestito dal Southampton), sul mediano inglese Ainsley Maitland-Niles (a contratto scaduto dall’Arsenal) e, soprattutto, su Alexandre Lacazette, l’unico attaccante in grado di contendere a Kylian Mbappé il trono di capocannoniere nel massimo campionato transalpino. L’anno scorso infatti il giocatore del Lione è andato a segno 27 volte, soltanto due in meno della stella del Psg.
Nonostante i giocatori a disposizione, l’inizio di Ligue 1 del Lione è stato da incubo. Attualmente la squadra si trova al terzultimo posto della classifica, in piena zona retrocessione, con appena due punti conquistati in cinque giornate.
A pagare per tutti è stato Laurent Blanc, arrivato sulla panchina lionese nella passata stagione in sostituzione dell’olandese Peter Bosz. L’ex libero di Inter e Napoli era riuscito a rimettere in piedi una squadra che, con il tecnico precedente, aveva mostrato una preoccupante fragilità difensiva.
Alla fine del campionato però, nonostante una media punti migliore rispetto a quella del suo predecessore (1.71 contro 1.67) e nonostante un buon girone di ritorno, Blanc aveva mancato la qualificazione alle coppe europee, col Lione che finiva settimo in classifica. I dubbi sul gioco espresso e sulla gestione del talento a disposizione non erano però sufficienti a far sostituire Blanc in estate. Così, complice anche il cambio di proprietà, l’ex allenatore del Psg veniva confermato. Il tutto, come detto, con risultati disastrosi. La squadra in questo 2023-24 non ha ancora trovato una identità definita e fa fatica in entrambe le fasi di gioco, offensiva e difensiva, come ammesso dagli stessi giocatori.
Il fatto poi che Blanc, più volte, abbia sottolineato come forse il problema fosse l’allenatore (cioè lui stesso) ha avvalorato la sensazione che il campione del Mondo con la Francia nel 1998 aspettasse l’esonero come una sorta di liberazione.
La patata bollente è ora nelle mani di Grosso. Per il tecnico romano si tratta di una grande opportunità per imporsi nel grande calcio. Grosso è reduce dalla vittoria del torneo di Serie B col Frosinone, che ha permesso ai ciociari di tornare in A dopo l’ultima esperienza nella massima serie, datata 2018-19.
Prima di questo risultato, la carriera di Grosso in panchina era stata alquanto difficile, con le esperienze con Bari, Verona, Brescia e con gli svizzeri del Sion che non erano state un granché. Ora per Grosso, come detto, arriva la grande opportunità con il Lione. In realtà l’italiano non era la prima scelta di Textor. Prima di lui infatti il club transalpino ha ricevuto i rifiuti di Graham Potter (ex Brighton e Chelsea) e Oliver Glasner (ex Eintracht) mentre non ha trovato l’accordo con Gennaro Gattuso, che si sarebbe portato dietro la presenza ingombrante del suo agente, il portoghese Jorge Mendes.
Ma questo non spaventa certo Grosso. Il nuovo allenatore è pronto alla sfida. Per non affrontarla da solo Grosso si è portato dietro quattro assistenti italiani (Raffaele Longo, Mauro Carretta, Francesco Vaccariello e Vittorio Carello). Il nuovo allenatore ha poi già fatto capire che la squadra dovrà lavorare più duramente di quanto fatto con Blanc. Questo sabato c’è stato l’esordio a Brest (sconfitta per 1-0). Una partita comunque non può fare testo. Vedremo più avanti se Grosso sarà in grado di trovare la soluzione ai tanti problemi del Lione.
In casa OM
Questa sera si disputa a Parigi Le Classique, cioè lo scontro fra Paris Saint-Germain e Olympique Marsiglia, due squadre divise da una acerrima rivalità. La sfida di quest’anno vedrà opporsi un Psg che Luis Enrique sta plasmando secondo la sua versione del gioco di posizione e un Marsiglia in pieno caos dopo le minacce degli ultras, le dimissioni (poi rientrate) del presidente Pablo Longoria e quelle (confermate ) del tecnico Marcelino García Toral.
In attesa di trovare un sostituto dello spagnolo, la panchina dell’OM è stata affidata a Jacques Abardonado, che ha già esordito guidando il Marsiglia in Europa League (3-3 nella partita contro l’Ajax).
Nato proprio a Marsiglia (a La Castellane, lo stesso quartiere di Zinedine Zidane) il quarantacinquenne Abardonado ha allenato le formazioni Under 17 e Under19 dell’OM, prima di svolgere funzioni di assistente con Jorge Sampaoli prima e con Marcelino poi.
Anche se una partita è ovviamente troppo poco per giudicare, la squadra presentata da Abardonato è apparsa in Europa più aggressiva rispetto a quanto fatto vedere finora in stagione sotto la precedente gestione tecnica. Secondo quanto riportato dalla stampa francese, la mancanza di ritmo e di aggressività è stata une delle critiche che da più parti sono piovute all’indirizzo di Marcelino.
Al Parco de Principi l’allenatore marsigliese dovrà fare a meno dell’infortunato Ismaïla Sarr, ma dovrebbe avere a disposizione tutto il resto della rosa. Si va verso la conferma del 4-3-3 visto all’opera ad Amsterdam.
Per Abardonado quello al Psg sarà un ulteriore esame. Il buon esordio in Europa ha infatti spinto molti a proporre la sua candidatura a primo allenatore per il resto della stagione. Un eventuale risultato positivo a Parigi non farebbe che rendere più solida la posizione del tecnico.
Wind of change
Julian Nagelsmann è il nuovo allenatore della Germania. Il trentaseienne bavarese sostituisce Hansi Flick, sollevato dall’incarico dopo la sconfitta rimediata in amichevole contro il Giappone.
Nagelsmann era la prima scelta del direttore sportivo della Federcalcio tedesca (DFB) Rudi Völler ed è sostenuto da tutto l’ambiente. La cosa curiosa in merito a questo ingaggio è che l’ex tecnico del Bayern Monaco ha firmato fino alla fine dei prossimi Europei, che si terranno in Germania nell’estate del 2024.
Il che lascia presagire che siano vere le speculazioni riportate dalla stampa, secondo le quali il vice-presidente della Federazione tedesca (nonché dirigente del Borussia Dortmund) Hans-Joachim Watzke, proverà a mettere sotto contratto Jürgen Klopp dopo quella data. È chiaro che molto dipenderà dai risultati. Se Nagelsmann dovesse vincere gli Europei, sarà poi difficile vendere ai tifosi il suo addio, anche se per far spazio ad un tecnico come Klopp.