Una recente statistica pubblicata da StatsBomb ha evidenziato qualche problema nella fase offensiva del City. I dati della compagnia britannica indicano infatti un calo prestativo nell’attacco della squadra di Pep Guardiola.
A cosa attribuire questa flessione? Secondo The Athletic a contribuire a questa situazione ci sono le difficoltà realizzative di Erling Haaland, che sta sbagliando più occasioni del solito.
Sicuramente entrano nel mix delle possibili spiegazioni anche gli infortuni che hanno colpito gli chance creator della squadra, un gruppo che comprende i vari Kevin De Bruyne, Bernardo Silva e Jack Grealish e che ha visto le partenze in estate di Ilkay Gundogan e Riyad Mahrez. C’è però da dire che Guardiola si è munito di alternative efficaci, a partire da Jeremy Doku e Julián Álvarez.
Il belga è più di una semplice alternativa a Grealish, avendo dimostrato (vedasi la recente sfida col Brighton) di essere in grado di avere un impatto importante per i Citizens. Per quanto riguarda Álvarez, l’ex River Plate è in grado di contribuire sia giocando esternamente che quando impiegato più dentro il campo, nei corridoi centrali, come visto contro gli uomini di Roberto De Zerbi.
Di conseguenza, nonostante gli infortuni di cui sopra e al netto di un Mateo Kovačić e di un Matheus Nunes non ancora completamente inseriti nel contesto tattico di Guardiola o delle difficoltà nelle partite in cui era assente Rodri, il Manchester City non ha abbassato il livello della propria produzione offensiva in termini di expected goals (xG) per mancanza di qualità.
La questione più probabilmente riguarda invece l’ossessione del tecnico catalano per il controllo. Per ha infatti ulteriormente accentuato questo tratto distintivo del suo credo calcistico, specialmente a partire dallo scorso campionato quando decise di cominciare ad allineare una difesa con quattro difensori centrali.
L’inserimento di Haaland la scorsa stagione aveva permesso al City di avere finalmente in squadra non soltanto un vero numero 9 al quale affidarsi in caso di difficoltà nel creare occasioni ma anche un elemento in grado di avvantaggiare la squadra qualora le partite sfuggissero proprio a quel controllo che Guardiola vuole avere.
Il tentativo di vincere la battaglia anche nel caos ha ora spinto l’ex tecnico del Barcellona a ricercare un controllo ancora maggiore. Per questo sta uscendo fuori nelle rotazioni anche Rico Lewis. Il diciottenne nativo di Bury garantisce presenza nel mezzo spazio di riferimento con la squadra in possesso. Contro lo Young Boys in Champions, Lewis ha performato bene anche sotto pressione, con gli svizzeri che speravano di sfruttare a loro vantaggio la giovinezza del ragazzo attaccando dalla sua parte.
Con o senza Haaland quindi l’obiettivo del City di Guardiola rimane sempre lo stesso, vale a dire evitare che eventi episodici determino il risultato finale.
La stagione di Umtiti
La partita contro lo Slovan Bratislava di Europa League ha rappresentato per Samuel Umtiti il ritorno in campo dal primo minuto dopo la commozione cerebrale subita contro il Reims lo scorso 26 settembre. Da allora l’ex campione del mondo aveva giocato qualche minuto solo domenica scorsa contro il Brest, mandato sul terreno di gioco nel finale di partita.
Anche per questo infortunio l’impatto dell’ex leccese a Lilla non è stato quello atteso al momento della firma del giocatore. Desideroso di tornare in Francia, in estate Umtiti aveva rifiutato proposte dall’Arabia Saudita per approdare al LOSC. Nella squadra di Fonseca però Umtiti ha fatto fatica fin dall’inizio, sia per difficoltà nel raggiungimento della condizione sia perché il Lilla ha a disposizione una interessante batteria di centrali di difesa.
Vedremo da ora in poi se il giocatore riuscirà a trovare più spazio all’interno di una squadra che sta viaggiando bene.
Torniamo in Svezia
Spesso abbiamo trattato temi riguardanti l’Allsvenskan (la massima serie svedese), vuoi parlando di squadre, vuoi trattando singoli giocatori.
Ancora una volta volgiamo lo sguardo alla Svezia per segnalare un calciatore del Malmö di Henrik Rydström, vale a dire Sebastian Nanasi.
Di origine ungherese, il classe 2002 è un elemento importante nel sistema costruito da Rydström. Nanasi infatti è dotato di grande tecnica individuale e di capacità nell’uno contro uno oltre che di caratteristiche associative che lo rendono funzionale all’organizzazione relazionale portata avanti dal suo allenatore.
Destro di piede, all’interno del sistema fluido del Malmö il numero 11 svedese va a giocare prevalentemente sulla sinistra, abbandonando la fascia iniziale di competenza per andare a creare un sovraccarico sul lato opposto del campo.
Nella sua squadra Nanasi è uno dei giocatori che gode di maggior libertà di movimento. Libertà che il ragazzo di Kristianstad sfrutta non solo per lavorare come rifinitore ma anche per andare alla conclusione in prima persona. Non a caso finora ha già realizzato 11 reti.
Favorito dal fato di aver già lavorato con Rydström al Kalmar la stagione scorsa, Nanasi è già un osservato speciale da parte di club di campionati più importanti. Il suo contratto col Malmö scade nel 2025 quindi chi vorrà accaparrarsi le prestazioni del nazionale Under 21 dovrà pagare una buona cifra al club svedese.
Kang-in Lee
Polivalente, apprezzato dall’allenatore, già ambientatosi a Parigi e nello spogliatoio del Psg…così la stampa transalpina definisce l’inizio di stagione di Kang-in Lee. La rete realizzata in Champions contro il Milan conferma lo stato di forma del coreano.
Pagato €22 milioni questa estate, proveniente dal Maiorca, Kang-in Lee aveva inizialmente sollevato qualche perplessità, sia per la cifra sborsata sia per il fatto di non essere un nome conosciuto. Invece, il ventiduenne di Incheon si sta piano piano (è stato assente anche a causa dei Giochi Asiatici disputatisi fra la seconda metà di settembre e l’inizio di ottobre) facendo valere.
Per Lusi Enrique il sudcoreano rappresenta un’arma tattica interessante in quanto, come sottolineato dallo stesso tecnico spagnolo, Kang-in Lee può giocare in mezzo al campo, sull’esterno e anche come riferimento più avanzato. Posizione, quest’ultima, nella quale può ulteriormente mettere in evidenza la sua abilità nella difesa della palla.
Le qualità nel giocare con i compagni rendono Kang-in Lee un giocatore adatto al calcio posizionale del Psg e interessante per le rotazioni di Luis Enrique. Non è quindi improbabile che il nazionale della Corea del Sud riesca a ritagliarsi uno spazio importante nel prosieguo della stagione.