Con una mossa a sorpresa (o forse no) Carlo Ancelotti ha firmato un prolungamento di contratto con il Real Madrid che lo lega ora ai Blancos fino al 2026.
È stato lo stesso club merengue ad annunciarlo questo venerdì. A gennaio il tecnico (col contratto in essere in scadenza a giugno) sarebbe stato libero di trattare con altri.
Un colpo duro da assorbire per Ednaldo Rodrigues, presidente della CBF (Confederação Brasileira de Futebol), convinto di riuscire a portare il tecnico italiano alla guida del Brasile nel 2024.
Da quello che trapela a mezzo stampa il sessantaquattrenne allenatore italiano avrebbe accettato la corte della Federazione brasiliana solo nel caso in cui non fosse arrivata nessuna proposta da Madrid.
In pratica, la prima opzione per Ancelotti è sempre stata quella del rinnovo col Real. Una volta che questa offerta si è materializzata, l’ex centrocampista di Roma e Milan non ha avuto problemi nello scegliere di proseguire l’avventura alla guida della formazione madrilena.
A questo punto il Brasile calcistico si trova senza allenatore (Fernando Diniz attualmente è ad interim) e…senza presidente federale. Sì perché il già menzionato Rodrigues è stato rimosso dalla guida della CBF per decisione di un Tribunale di Rjo de Janeiro a inizio dicembre.
Che fare a questo punto? A livello tecnico l’opzione più probabile sembra essere quella di lasciar proseguire Diniz fino alla Copa América, in programma negli Stati Uniti la prossima estate.
Poi, in base al risultato, si vedrà. Qualora la soluzione Diniz non funzionasse, sarebbe comunque interessante proseguire nel solco della riscoperta di un modo di giocare sudamericano. Per questo, come alternativa al tecnico del Fluminense, suggerirei Renato Gaúcho.
Il sogno dei tifosi verdeoro (e di parte della stampa) sembra però essere un altro, vale a dire José Mourinho.
Un buon Vicario
Gli Spurs hanno un problema con la loro fase difensiva. Le quattro reti subite in casa del Brighton non hanno fatto altro che confermare un trend negativo che dura ormai da un paio di mesi.
Il fatto che, nonostante queste difficoltà in non possesso, la squadra si ancora saldamente nelle zone alte della classifica lo si deve fondamentalmente alle prestazioni di Guglielmo Vicario. Il ventisettenne portiere italiano sta infatti avendo una stagione straordinaria.
I dati confermano l’importanza assunta dall’ex empolese nella stagione del Tottenham. La squadra di Ange Postecoglou infatti registra (secondo i dati Soccerment) un totale di 36.47 expected goals against (xGA) che la rendono, prima di questo weekend, la terza peggior difesa della Premier.
Le reti effettivamente incassate sono però 28. Questa discrepanza si deve appunto ai miracoli in serie compiuti da Vicario, che ha evitato 7.57 reti (sempre secondo il modello Soccerment). Sotto questo punto di osservazione il portiere degli Spurs è il migliore del campionato, seguito a distanza da André Onana (5.55 gol in meno rispetto a quanto avrebbe dovuto subire) e a Emiliano Martínez (4.47).
L’impressione è che queste difficoltà difensive non siano ascrivibili completamente ai numerosi infortuni (a partire da quello di Cristian Romero, costosissimo per la linea difensiva) che hanno falcidiato la rosa di Postecoglou, impedendo così al tecnico australiano di operare opportune rotazioni fra i giocatori, quanto invece ad una certa fragilità generale della struttura di non possesso della compagine londinese.
Qualche problema tattico c’è. Per ora sta rimediando Vicario con le sue parate, le sue uscite alte o quelle fuori area alle spalle della linea arretrata.
Il ritorno dell’Imperatore
Fatih Terim torna in panchina. L’ultima volta (con il Galatasaray, ça va sans dire) era stato nel gennaio 2022. A chiamare il settantenne turco è stato il Panathinaikos, club greco attualmente secondo in campionato dietro al Paok Salonicco.
Per Terim si tratta della prima avventura fuori dai confini turchi dal 2001, quando venne esonerato dal Milan (nonostante risultati non disprezzabili) per far posto proprio a Carlo Ancelotti.
Al Panathinaikos l’ex allenatore anche della Fiorentina troverà un connazionale, quell’Ergin Ataman alla guida della squadra di basket della polisportiva ateniese.
Dalla Cina con furore (una volta).
Interessante articolo di The Athletic sul brasiliano Oscar. Una volta stella del Chelsea, il talentuoso giocatore della Seleçao decise, a soli venticinque anni, di lasciare l’Europa per andare a giocare in Cina, attratto dai soldi offerti dallo Shanghai SIPG.
Era, quello (2016), il momento in cui la Chinese Super League (CSL) stava reclutando calciatori affermati di livello internazionale (come lo erano i vari Ezequiel Lavezzi, Gervinho, Hulk, Jackson Martinez, Carlos Tevez, Fábio Rochemback…) e allenatori altrettanto importanti (Luiz Felipe Scolari, Manuel Pellegrini e Andre Villas-Boas, con Marcello Lippi chiamato poi anche a guidare la nazionale).
In quel momento si disse che la superpotenza cinese avrebbe rappresentato un pericolo per il calcio del Vecchio Continente. A distanza di sètte anni, di quel sogno non è rimasto più nulla. Il progetto cinese è naufragato.
Molti lo hanno preso ad esempio (negativo) per dire che la stessa fine farà anche la Pro League saudita. In realtà non è detto che le cose vadano a finire nello stesso modo. C’è infatti una grande differenza fra i due progetti e riguarda l’appoggio dei rispettivi governi (ne avevamo già parlato qui).
Quello cinese, ad un certo punto, è venuto meno. Quello saudita invece, appena iniziato, sembra poggiare su basi più solide a livello di continuità. I petroldollari arabi fanno gola al calcio europeo. Di conseguenza, come già sta accadendo, i legami fra Sauditi e football del Vecchio Continente sono diventati più stretti. I costosi acquisti fatti dal fondo nazionale PIF (proprietario di Al Itthiad, Al Nassr, Al Ahli e Al Hilal) sono stati provvidenziali per i conti dei club europei che hanno venduto più che volentieri alcuni dei propri campioni in cambio di grosse cifre.
In Arabia inoltre sembra esserci più fame di calcio che in Cina e sicuramente c’è una tradizione calcistica superiore.
Detto questo, l’articolo di The Athletic è capitato a proposito per riaccendere i riflettori sull’ormai dimenticato esperimento cinese.
Buon 2024
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